Cronaca

Sottoscritto Protocollo operativo per aiutare gli insegnanti a scoprire casi di violenza domestica

La Redazione
​Gli assessori alle Politiche Sociali Monica Montaruli, Francesco Barione e Felice Addario: «Questo protocollo vuole condividere procedure e linguaggi tra Servizi Sociali, Centro Antiviolenza e Scuole»
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Cosa devono fare insegnanti e personale scolastico davanti a sospetti casi di violenza domestica? A chi devono rivolgersi? Qual è il comportamento giusto da tenere? Come e quando intervenire? 

A queste domande risponde il “Protocollo Operativo per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza a danno di minori” sottoscritto dai Comuni di Ruvo di Puglia, Corato e Terlizzi, associati in Ambito Sociale e tutte le scuole del territorio, che mira a trasformare la parte adulta delle comunità scolastiche in “sentinelle” per la tutela della sicurezza e la salute dei minori.

La scuola rappresenta un osservatorio  privilegiato per la rilevazione di eventuali situazioni di violenza, oltre che uno dei più importanti agenti per la prevenzione del fenomeno. Tuttavia solo attraverso l’implementazione di una rete di servizi integrata, interprofessionale e multidisciplinare aperta a operatori scolastici e operatori socio-sanitari impiegati in servizi pubblici e privati è possibile favorire l’emersione del fenomeno della violenza e prevenire e intervenire prontamente.

La violenza domestica infatti, si manifesta in maniera sempre più subdola e pericolosa, ed è spesso difficile identificarla, soprattutto quando le vittime sono i bambini.

Il Protocollo, frutto del confronto tra docenti e operatori sociali avviato nell’ambito del Progetto “Docenti contro il Bullismo” promosso dall’Ambito Territoriale n.3, vuole essere uno strumento utile a regolare i rapporti tra i Servizi Sociali dei tre Comuni e scuole del territorio, al fine di uniformare e rendere omogenee procedure e modalità di rilevazione, valutazione e intervento delle situazioni di violenza, anche sospetta, a danno di minori.

Gli assessori alle Politiche Sociali dei tre Comuni dell’ambito, Monica Montaruli (Ruvo di Puglia), Francesco Barione (Terlizzi) e Felice Addario (Corato), hanno commentato il protocollo con una dichiarazione congiunta: «Davanti a segni presunti o palesi di abuso, maltrattamento e bullismo – dicono – le reazioni degli educatori (genitori, insegnanti, operatori sociali) sono spesso l'inerzia, la paura, la titubanza, il dubbio e il disorientamento. Non sapere come comportarsi, non avere riferimenti precisi a cui rivolgersi, fa spesso perdere tempo essenziale per l'avvio di un adeguato processo di tutela nei confronti dei bambini vittime di violenza diretta o assistita, o peggio porta a commettere errori che possono compromettere l'intero percorso di aiuto.

Ringraziamo la dottoressa Angela D'Amato, tutta l'équipe multidisciplinare e gli uffici dei servizi sociali dei tre Comuni, per l'importante lavoro di redazione, e Rosy Paparella per averci accompagnato con la sua competenza e la sua esperienza in questo percorso. Questo protocollo, estremamente mirato e concreto, ha l’obiettivo di condividere procedure e linguaggi tra Servizi Sociali, Centro Antiviolenza e Scuole; un tassello fondamentale nel complicato quadro di costruzione di una comunità educante di adulti che sappia prendersi realmente cura dell'infanzia, ne sappia tutelare la delicatezza e che sia in grado di promuoverne le potenzialità»

mercoledì 16 Giugno 2021

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Tex Willer
Tex Willer
2 anni fa

Buon giorno bene l' instaurazione di un protocollo da parte dei comuni per cercare di arginare eventuali abusi sui minori creati nel contesto famigliare o da bullismo . Ma è doveroso ricordare a voi promotori di tale protocollo che a volte si tende anche ad esagerare mostrando come abusi anche quando si cerca di educare il minore che merita uno “sbuffetto” per rimetterlo sulla retta via del vivere civile.Un vecchio ed efficace detto ruvese diceva ” mazz e panell facn l figl Bell”. Forse il mio scrivere in dialetto non è corretto ma nella sostanza non cambia molto.

Tex Willer
Tex Willer
2 anni fa

Carissima signora Turturro non metto in dubbio che ogni genitore nella più totale democrazia è libertà possa dare un senso secondo il suo modo di concepire l' educazione dei propri figli . Non è senso di debolezza dare uno ” sbuffetto” al proprio figlio quando nonostante si sia tentato tante volte di condurli alla ragione con le buone maniere e non avendo ottenuto altro che possa condurli alla ragione perché i genitori veri non vogliono e ripeto non vogliono mai il male dei propri figli perché sono la loro vita cioè ” pezzi di cuore, Ora al dunque se la società attuale diventa sempre più violenta,minori che aggrediscono persone di qualsiasi età e sesso solo perché sicuri di non essere mai puniti mi spieghi ora come bisogna comportarsi con loro visto che lei e tanto forte e non debole?

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