Cronaca

Michele Pagano e la North Cape 4000: «La bellezza del viaggio in bici e della sfida con me stesso»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
45 anni, il ciclista ruvese ha percorso 5mila chilometri, partendo da Ruvo di Puglia, per raggiungere, in solitaria e in gruppo, Capo Nord, in Norvegia. «Siamo andati da sud a nord dell'Europa. Ora tocca andare da ovest a est»
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Che la North Cape 4000 sia stata un’avventura esaltante per il corpo, lo spirito e la mente del ciclista ruvese Michele Pagano, 45 anni, è stato intuibile anche dalla sua voce argentina e dalla sua vivacità, quando l’ho contattato poco dopo la conclusione della “gara”, lo scorso 8 agosto.

Entusiasta e già con l’obiettivo di intraprendere un altro percorso,  la Panamericana – «Attraversare la Panamericana non è più un sogno ma un desiderio da realizzare» ha scritto a conclusione del suo diario “caponordiano” su Facebook -, ha raccontato per immagini e flash il viaggio in bikepacking per la quarta edizione della North Cape 4000, che ha avuto inizio il 24 luglio a Rovereto e si è conclusa l'8 agosto nel Nord dell’Europa, la punta settentrionale dell'isola di Magerøya, nella Norvegia continentale.

Ma la North Cape 4000 è stata preceduta da un "bike tour" adriatico, sulla omonima Ciclovia, del nostro. Pagano, infatti, è partito in sella alla bici fornitagli da All Bike, alle 3 del mattino del 21 luglio da Ruvo di Puglia, al cospetto della Cattedrale. Il quarto giorno ha raggiunto piazza della Manifattura, a Rovereto, dove ha ritirato la pettorina n. 124.

Da quel momento è iniziata l’avventura, in solitaria e in gruppo, con oltre 200 ciclisti, amatoriali e professionisti, provenienti da undici nazioni –  tra cui Francia, Germania, Sud Africa, India, Indonesia, Stati Uniti –. uomini e donne, dai 24 ai 77 anni, muniti di una mountain bike (l'unico caso nella storia della gara con Giuseppe De Lorenzo) e bicicletta da corsa, con pochi bagagli e tanta passione.

Pagano non è alla prima esperienza di bikepacking, una declinazione del cicloturismo, che consiste nella (ri)scoperta di un territorio esclusivamente in sella a una bicicletta, con pochi mezzi, ma notevole volontà supportata da allenamento; inventiva molto utile nel risolvere i problemi che, inevitabilmente, sorgono.

Pagano ha già viaggiato in questa modalità sulle Alpi Francesi: con la North Cape 4000 ha voluto misurare la propria tensione fisica e spirituale. 4mila chilometri – ma lui ne ha percorsi alla fine 5.300, se si include il bikepacking adriatico – in autonomia con l’obbligo di attraversare i quattro gates: il Lago Balaton (Ungheria), Cracovia (Polonia), Riga (Lettonia)  e Rovaniemi, nella Lapponia (Finlandia).

«Amo fare esperienze stimolanti, conoscere gente nuova, scoprire posti meravigliosi» confida Pagano che ha stretto amicizia con suoi colleghi di avventura stranieri, coi quali non c'era alcuna competizione: a questo proposito, aggiunge che la prossima sfida sarà quella di imparare a parlare fluentemente in inglese.

Quello che ha colpito Pagano è il culto del ciclismo nei Paesi dell’Est, alcuni dei quali fanno parte del circuito Eurovelo 11, che collega Capo Nord ad Atene. Piste ciclabili ben tenute e curate, rispetto per i ciclisti e i pedoni. «Noi, in Puglia, stiamo piuttosto indietro» commenta. Per questo il suo viaggio vuole essere anche un invito ad acquisire una sensibilità ecofriendly, sostenibile – Pagano è anche vegano -, che condurrebbe a vivere con maggiore consapevolezza i propri tempi e i propri territori, rispettandoli e custodendoli. Pagano, quindi, ritiene che il bikepacking possa essere una modalità di viaggio anche in territori più vicini a quelli in cui si vive: anzi, consentirebbe di guardare i nostri luoghi con occhi diversi e più amorevoli.

Pagano ha vissuto intensamente ogni attimo del suo viaggio, tra notti sotto le stelle e motel, tramonti, albe e piogge, si è nutrito di colori – come il verde dominante in Finlandia, interrotto da specchi d’acqua dal color del cielo – e profumi. Sino a quando, insieme ad altri 109 ciclisti, non ha raggiunto, alle 15 dell’8 agosto, il Globo di Capo Nord, la sua destinazione, la sua meta e il punto di partenza per un nuovo viaggio.

Subito dopo il ritorno, Pagano si è sottoposto volontariamente a un test, a cura del dottor Michele Braggio del centro di Medicina respiratoria e sportiva dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, per valutare gli effetti del viaggio bikepacking sul fisico e sulla psiche: «Dalle visite fatte – confida – il riscontro è positivo con un miglioramento della condizione fisica sportiva generale».

Quale eredità ha lasciato la North Cape 4000 a Michele Pagano? Il ciclista ruvese, il quale ritiene che la bicicletta sia l'unico mezzo per fare la rivoluzione,  è convinto che se si vuole cambiare il mondo, bisogna conoscerlo, per cui è necessario viaggiare, con coraggio e audacia, quest'ultima fondamentale per vivere la vita sognata, senza limitarsi a una sterile contemplazione. Infine, dichiara: «Siamo andati da sud a nord dell'Europa. Ora tocca andare da ovest a est». Una promessa.

venerdì 20 Agosto 2021

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