Cronaca

Oggi e domani presidio delle associazioni ambientaliste davanti al circo

La Redazione
​Proveranno «a dar voce alle creature che non possono parlare, sensibilizzando i potenziali spettatori attraverso la distribuzione di materiale informativo. Un'alternativa c'è, sosteniamola​​»
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«È naturale per un elefante che pesa diverse tonnellate mantenersi sulle sole zampe posteriori?

È nella natura dei felini passare attraverso un cerchio infuocato?

È normale che un orso danzi indossando un tutù?

Sicuramente no».

A dirlo sono le associazioni locali per la protezione degli animali Enpa Ruvo di Puglia e Lega nazionale per la Difesa del cane sezione di Ruvo di Puglia, insieme a un gruppo di giovani attivisti ruvesi, Animalinsieme.

«Il circo – scrivono in una nota condivisa anche da Amore a Quattrozampe Corato, Enpa sezione Corato – Andria , Anpana delegazione di Corato, Lega nazionale per la Difesa del cane delegazione di Terlizzi e Anpana sezione di Terlizzi – obbliga gli animali a svolgere questi “spettacoli”, che di spettacolare hanno veramente poco.

Le tecniche impiegate per l’addestramento sono infatti disumane e assolutamente contro ogni principio regolativo naturale dei diversi animali impiegati: gli elefanti vengono ripetutamente pungolati con un bastone uncinato, che provoca ferite laceranti sulla pelle fragilissima di questi grandi, ma intelligentissimi animali; i grandi felini vengono percossi con dei bastoni di ferro sul dorso e non nutriti per diversi giorni se non eseguono gli esercizi alla perfezione. E queste tecniche, adottate non solo nei circhi italiani ma anche a livello mondiale, sono solo alcuni degli atroci esempi.

Ma è di fondamentale importanza sottolineare l’aspetto più tragico: gli animali nei circhi vengono privati della loro libertà. È stato calcolato come essi passino circa il 99% della loro vita in una gabbia piccola tanto da non permettere loro neanche di camminare qualche metro. Molti circhi viaggiano attraverso differenti nazioni anche per diverse settimane: durante questo periodo sono costretti a vivere in container come se fossero merci; e una volta giunti a destinazione il loro triste destino non cambia: vengono rinchiusi nelle gabbie per la quasi totalità della giornata, a volte anche costretti in catene, e vi mettono zampa fuori solo per l’addestramento.

Analizzando quindi la realtà dei fatti, capiamo come le locandine dei circhi che rappresentano gli animali felici e soprattutto liberi siano assolutamente non veritiere e contribuiscano a creare un’immagine assolutamente falsa del circo.

Purtroppo non ci è dato di sapere quali metodi vengano usati nel circo presente a Ruvo di Puglia dal 21 al 24 marzo – proseguono gli attivisti -, tuttavia una gabbia è sempre una gabbia e quelle anime se potessero parlare sceglierebbero senza alcun dubbio di vivere altrove. Sceglierebbero sicuramente di ritornare nel loro habitat naturale.

Si può quindi concludere che il circo con gli animali sia lo spettacolo meno divertente e più diseducativo, che però fa parte della quotidianità di milioni di famiglie italiane.

Ma esiste una soluzione a tutto ciò: il circo senza animali, che possa sorprendere con spettacoli di divertenti comici, clown e abili acrobati».

Proprio per protestare contro «questo sistema di sfruttamento e prigionia di animali nati liberi e che sicuramente meritano di condurre un’esistenza diversa da quella della detenzione circense», oggi e domani le associazioni locali per la protezione degli animali presidieranno l’installazione del circo su via Pertini, provando «a dar voce alle creature che non possono parlare, sensibilizzando i potenziali spettatori attraverso la distribuzione di materiale informativo.

Un’alternativa c’è – concludono -, sosteniamola; non proponiamo ai nostri figli uno spettacolo macabro, ma educhiamoli all’empatia e all’amore verso gli animali. Guardiamo in faccia la triste realtà e liberiamo gli animali, non meritano questa vita, meritano la libertà!».

sabato 23 Marzo 2019

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Pippo
Pippo
5 anni fa

E vogliamo parlare degli animalisti che costringono il loro cane (per tutta la loro vita) legati ad un guinzaglio e costretti a fare il giro dell'isolato (del vicino) per pisciare agli angoli di un banale palazzo di cemento? Per un cane cosa c'è di naturale in tutto questo, e dov'è la loro libertà?