Cronaca

Cena di vicinato sotto le stelle

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Un piccolo larghetto di vetuste pietre a cui si accede attraversando l'arco Miraglia, nel centro antico di Ruvo di Puglia, si trasforma nella sala conviviale di un quartiere, di una piccola comunità
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Sera di fine agosto.
Un piccolo larghetto di vetuste pietre a cui si accede attraversando l’arco
Miraglia, nel centro antico di Ruvo di Puglia, si trasforma nella sala
conviviale di un quartiere, di una piccola comunità. È il luogo in cui si è
tenuta, lunedì scorso, la cena di quartiere che, negli intenti dei giovani
organizzatori – Antonio, Pamela, Domenica Di Terlizzi e Alessandra Ardito
inaugura una serie di incontri in cui si condividono sapori e saperi, «abbattendo i muri della diffidenza». Proprio
secondo lo spirito dell’European Neighbours’ Day– Giornata Europea del
Vicinato, in cui si promuove una conviviale solidarietà nel contrasto
all’isolamento sociale.

Questa cena,
inoltre, si inserirebbe nella tradizione delle grandi tavolate urbane
allestite, un tempo, durante la festa
dell’Ottavario, ricreando, al contempo, le atmosfere dei piccoli salotti
improvvisati, con le sedie, intorno a qualche “juso”, dove abitava chi
sapeva narrare storie e leggende locali, amene o macabre, rapendo l’attenzione
di adulti e ragazzini del vicinato.

«Dall’inizio della bella stagione – racconta
Domenica – ci balenava in mente l’idea di organizzare una cena di quartiere.
L’obiettivo è stato quello di conoscere i nostri vicini – proprio come facevano
i nostri nonni – in un tempo frenetico,
dove a stento ci si scambia un “buongiorno”».

In quella serata,
«tra chiacchiere e risate» è stata stretta amicizia con Maria che lavora nelle
campagne; con lo stilista Riccardo; con Lucia e Leonardo da Roma. E poi
c’erano Rosa, Damiano, Michele, Claudio, Enza, Gaetano, Anna, Pina e
Salvatore. «La cena di quartiere
è stata autogestita», prosegue Domenica. Ognuno, attraverso avvisi cartacei, è
stato invitato a portare qualcosa da mangiare o da bere.

Ed ecco che la lunga
tavolata è stata imbandita con i piatti tipici rubastini: calzone, focacce,
rustici, bruschette, vino fatto in casa e frutta di produzione propria.

«Mentre gli addobbi
– le lucine bianche che adornavano i balconi circostanti e i festoni – sono stati allestiti da noi».

La gente come ha
reagito?

«Chi percorreva via
Vittorio Veneto, guardando attraverso l’arco, si soffermava incuriosito,
poi si avvicinava mosso anche dai nostri
sorrisi di incoraggiamento. Questo è lo spirito di un pranzo o cena di
quartiere! E ne organizzeremo altre cercando di sensibilizzare le persone ad
aprire le proprie case e a essere più cordiali».

Provocatoriamente
chiedo se la necessità o il desiderio di organizzare una cena di vicinato a
Ruvo di Puglia, tranquilla cittadina, scaturisca dalla constatazione o dalla
riflessione che forse, anche qui, si sta assistendo al deterioramento della capacità di
relazionarsi.

Domenica assicura:
«Non si staassistendo a uno
sgretolamento di valori: semplicemente riteniamo che queste cene siano una
forma di aggregazione tra persone per un confronto volto a scambio di idee e
opinioni.

Speriamo in una
comunità sempre più coesa e libera dai pregiudizi e speriamo di ripetere questa
esperienza con i vicini non più estranei».

venerdì 30 Agosto 2019

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