Cronaca

La carica dei 100 e dei 100 e lode: Felice Strippoli

La Redazione
Ha studiato al Liceo Scientifico "Orazio Tedone", di cui ha seguito l'indirizzo ministeriale. Del tempo sospeso del Covid-19, ama ricordare il pensiero di Einstein sulle opportunità date dalle crisi​
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Prosegue la quinta edizione de “La carica dei 100 e dei 100 e lode”, l’appuntamento con le narrazioni di chi ha conseguito la maturità col massimo dei voti.

Sono i racconti dei ragazzi ruvesi che hanno studiato a Ruvo di Puglia o nei paesi limitrofi e dei ragazzi di città a noi vicine che hanno studiato qui.

Questa è l’edizione del Covid-19,i giovanissimi protagonisti sono entrati, con tutti i loro compagni, in una pagina della Storia: le loro sono narrazioni di impegno, sacrificio, sogni, speranze.

Chiacchierata, oggi, con Felice Strippoli, da Corato, un 100 e lode al Liceo Scientifico “Orazio Tedone”, indirizzo ministeriale. Ama leggere e ascoltare musica.

Gli esami

Di cosa hai parlato nella tua prova d’esame?

«Nella prima parte dell’esame ho esposto il mio elaborato di matematica e fisica, materia di seconda prova per lo Scientifico. Ho analizzato il fenomeno dell’induzione elettromagnetica associato al circuito LC. Dopo alcune domande di matematica della presidentessa di commissione, nella seconda parte dell’esame ho analizzato un brano tratto da “L’umorismo”, un famoso saggio di Luigi Pirandello. A partire dalla centralità della riflessione nella distinzione tra comico e umorismo, ho fatto riferimento a José Ortega y Gasset e alla sua analisi dell’uomo del ‘900, l’ uomo della massa, che abbandona la complessità del pensiero per giungere a schemi ideologici semplificati. Non poteva mancare il riferimento al “periodo sospeso” vissuto: si è aperta, infatti, una discussione riguardo l’autenticità dei rapporti instaurati durante il lockdown a partire dal tema dell’incomunicabilità, centrale nella poetica di Pirandello, che ha dato un enorme contributo al teatro. La presidentessa, dunque, mi ha chiesto di parlare della mia esperienza Pcto “Museo è Teatro”, in collaborazione con il Museo Nazionale Jatta e il Teatro Comunale di Ruvo di Puglia: qui abbiamo analizzato e drammatizzato il mito di Talos.

Nell’ultima parte dell’esame, mi è stato consegnato un documento di storia sulla Grande Guerra da cui è partito il mio percorso interdisciplinare».

Chi ti ha accompagnato?

«Mi ha accompagnato una mia amica, Daria, che mi ha supportato e ha sopportato le mie ansie pre-esame».

Come hai vissuto questo momento? In fondo, sei entrato nella storia con la Maturità 2020, al tempo del Covid-19.

«È stato molto stressante. Ogni giorno giungevano dai più disparati siti internet notizie differenti che contribuivano ad aumentare l’ansia. A pochi mesi dall’esame non avevamo la minima idea di come sarebbe stato ma grazie ai docenti siamo arrivati tranquilli e pronti ad affrontare ogni situazione».

Tra passato e futuro

Come hai vissuto la scuola nel tempo del Covid-19?
«Ci siamo trovati in una situazione del tutto nuova ma molto utile. Era necessario, a mio avviso, un “ammodernamento digitale” nella scuola italiana per essere davvero competitiva a livello europeo. In una lettera rivolta a noi studenti, durante il lockdown, la nostra preside, la professoressa Domenica Loiudice, ha ripreso una citazione di A. Einstein per descrivere il periodo di scuola vissuto: “È nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi, supera se stesso senza essere superato”. Siamo stati dunque esortati da circostanze esterne a evolverci e ciò è stata una grande dimostrazione di maturità e una enorme possibilità di crescita. Ovviamente per i maturandi, vivere gli ultimi mesi di scuola superiore in casa, da un computer, senza avere la possibilità di incontrare e abbracciare i compagni, ridere, scherzare, piangere insieme a loro durante il famoso “pranzo dei 100 giorni”, condividere l’ansia e i dubbi non è stato il massimo. Ma in fondo sono contento e soddisfatto di ciò che è stato».

Cosa ti mancherà di più della scuola superiore?
«Mi mancherà girovagare insonnolito per i corridoi alla ricerca delle aule (che in cinque anni non ho mai imparato), il caffè alle macchinette gentilmente offerto dagli amici, incontrare i collaboratori scolastici e scambiarci qualche chiacchiera, confrontarsi e talvolta scontrarsi con docenti e compagni. Mi mancherà tutto di questi cinque anni perché la scuola è davvero diventata una seconda casa».

A quale facoltà ti sei iscritto?
«Proverò il test di ammissione alla facoltà di Medicina, sperando di diventare, in futuro, un bravo medico, sempre attento alla salute e al bene dei pazienti».

Il presente

Ti aspettavi questo risultato?

«Ho sempre aspirato al massimo senza però esserne ossessionato e speravo in un esito positivo anche questa volta. È stato davvero gratificante concludere il ciclo di cinque anni di studio con questo risultato».

Come hai festeggiato quando l’hai saputo?
«Ho festeggiato con una cena in famiglia, che mi ha sempre supportato e mi è stata sempre vicina».

Dove andrai (sei andata) in vacanza e con chi?
«Sono già stato in vacanza con alcuni compagni di classe nella seconda settimana di luglio in una località di mare, vicino Porto Cesareo».

lunedì 3 Agosto 2020

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