Cronaca

Il laboratorio dei muretti a secco, Laura Pellicani: «Per recuperare memoria e creare lavoro»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Organizzato da Apuliae Lab, spin-off dell'associazione Apuliae Terrae, dal 7 all'11 settembre scorsi. I partecipanti hanno ripristinato 42 metri di muretto a secco, guidati dal maestro Idris ​Puodani
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Chi, nei giorni scorsi, avesse percorso la vecchia via per Bisceglie, all’altezza dei poderi della famiglia Fenicia, avrebbe visto un gruppo di persone impegnate, alacremente e con pazienza, a erigere un muretto a secco.

Erano i partecipanti al laboratorio di “paretaro” organizzato, dal 7 all’11 settembre, da Apuliae Lab, spin-off dell’associazione ruvese Apuliae Terrae.

Ce ne parla Laura Pellicani, presidentessa della stessa: «Questo laboratorio, come quello dedicato alla lavorazione dell’argilla e dell’intaglio e intarsio è stato concepito per salvaguardare la tradizionale costruzione dei muretti a secco, divenuti patrimonio dell’Umanità».

Questi manufatti, tra i primi realizzati dall’uomo, sono stati inseriti dall’Unesco, nel 2018, nell’elenco del patrimonio umano per la loro particolare tecnica di costruzione, per la loro funzione ecosostenibile, per la loro storia.

Sono costruiti solo con pietre del luogo, incastrate opportunamente, raramente smussate e lavorate: la bravura del paretaro si coglie anche nella capacità di trovare le pietre che combacino o si armonizzino tra loro. I muretti a secco sono sostenibili per l’ambiente: delimitano i confini dei possedimenti e garantiscono il giusto grado di umidità dei terreni; hanno una funzione drenante, impedendo che le acque piovane ristagnino; accolgono, tra gli anfratti, piante e piccoli animali e, sulle loro pietre, incastrate a mosaico, spesso sono incise tracce di storia millenaria, come i fossili.

Autentici tesori che raccontano il territorio: segno distintivo del paesaggio pugliese, delimitano campi in altri luoghi, come l’Irlanda.

In Puglia, l’arte di costruire il muretto a secco, “u paréite“, era scomparsa ma sta ritornando in auge grazie anche alla presenza dei maestri paretari, spesso provenienti dall’Albania.

Come Idris Puodani, da 23 anni in Italia, che ha guidato e impartito lezioni di costruzione ai partecipanti al laboratorio ruvese. Un laboratorio che può aprire le porte al mondo del lavoro, vista la forte richiesta di realizzazione dei muretti a secco per una crescente attenzione alla salvaguardia della bellezza naturale del territorio.

Ed è questo uno degli scopi di Apuliae Terrae che crede nella eterna modernità degli antichi mestieri: lo ha fatto con il laboratorio dei cestini in polloni di ulivo e la costruzione di sgabelli, scanne in ferula, coinvolgendo maestranze locali e di altre città.

«Vogliamo salvaguardare l’arte ma contribuire anche a creare opportunità lavorative. Non escludiamo che i nostri interessi possano vertere anche sulla tecnologia», prosegue Pellicani.

I partecipanti sono eterogenei per età e provenienza: ci sono i “giovani alfieri della pietra”, battezzati affettuosamente così, e coloro che amano semplicemente la pietra, i suoi colori, le sue forme, la sua duttilità. Ci sono ruvesi, ma anche persone da Andria, Bisceglie, Conversano e Bari.

Tutti sono accomunati dall’entusiasmo e dall’orgoglio di creare un’opera che, millenni fa, hanno eretto altri popoli.

«Tengo a precisare – prosegue Pellicani – che abbiamo introdotto il “Laboratorio sospeso”: grazie al contributo di volontari e di sponsor, abbiamo acquistato il materiale per i laboratori per consentire a un più ampio numero di bambini e ragazzi, nello spirito di inclusione che anima i nostri progetti.

Infatti, a questo progetto, realizzato grazie alla collaborazione di associazioni, operatori commerciali e Alessandra Fenicia, che ha messo a disposizione gli spazi, partecipano due ragazzi del Centro Diurno “Il regno di Oz” e un ragazzo della Comunità C.a.s.a. di don Tonino Bello».

Pellicani è convinta che fare rete, tessere solide relazioni fondate sul rispetto e sull’attenzione agli altri, apporti concreti benefici a tutti. Benefici che fanno bene anche all’anima.

Ai partecipanti al laboratorio, a conclusione dei 42 metri di muretto ripristinato e mostrato a tutti con orgoglio, Puodani ha consegnato un attestato.

Un piccolo e importante riconoscimento.

«Siamo orgogliosi per la bellezza che creiamo. Andiamo avanti, ispirati al nostro motto “Segui il vento”», conclude Pellicani.

lunedì 14 Settembre 2020

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Papagni Gianni
Papagni Gianni
3 anni fa

Bastava spostarsi appena appena più in là che ai bordi di altri muretti sempre appartenuti ai signori Fenicia si sarebbe potuto trovare di tutto….. (immondizia di qualsiasi genere)

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