Cronaca

“Per me, bambino, la scuola è vita”, corteo e flashmob di protesta contro la chiusura delle scuole

La Redazione
​Domani, alle 10, con partenza da Piazza Matteotti sino a Largo Di Vagno, dinanzi alla scuola Bovio. Daniela Raffaele, una degli organizzatori: «Il computer non è la maestra. La Dad può solo integrare»​
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Domani, 1° Novembre, alle 10, partirà da piazza Matteotti un corteo di protesta contro la chiusura delle scuole pugliesi disposta con ordinanza dal governatore Michele Emiliano, per contenere la diffusione del coronavirus.

«Si tratta di una manifestazione pacifica – spiega Daniela Raffaele, una delle organizzatrici e madre di due bambini che frequentano la primaria – alla quale speriamo partecipino tutti i genitori, gli insegnanti, i bambini».

Il corteo raggiungerà Largo Di Vagno, dinanzi alla scuola “Giovanni Bovio”: lì ci sarà un flashmob, “Per me bambino la scuola è vita”, in cui si invocherà la riattivazione della didattica in presenza e, quindi, la riapertura degli istituti.

Tutto si svolgerà nel rispetto delle norme antiCovid-19.

«A chi vorrà partecipare chiediamo di portare lo zainetto – spiega Raffaele – I bambini saranno i protagonisti del flashmob».

I genitori che hanno organizzato il corteo di protesta chiedono che sia garantito un tot di ore settimanali in presenza: la didattica a distanza dovrebbe avere una funzione integrativa

Non sono arrogante, ma una mamma pensante.

Dopo mesi in cui tutto il personale scolastico si è impegnato con abnegazione a garantire ai nostri figli il diritto all’istruzione in sicurezza, ci ritroviamo, dopo appena un mese di scuola in presenza, “sbattuti” nella didattica a distanza, ignorando palesemente il disagio arrecato non solo ai genitori, ma soprattutto ai bambini della scuola primaria, coloro di appena 6,7,8 anni che hanno necessariamente bisogno di andare a scuola per imparare a crescere, con le sue regole.

Impensabile che un genitore accetti di mettere a rischio la salute mentale del proprio figlio e, oltre tutto, con mezzi che non soddisfano comunque la priorità all’insegnamento didattico: un computer non è un maestro, una maestra».

sabato 31 Ottobre 2020

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 Beatrice Adessi
Beatrice Adessi
3 anni fa

Non la pensano così le mamme della ” S.G.Bosco”. Io resto a casa.

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