Cronaca

L’augurio dell’infermiere Giuseppe Lobascio ai colleghi: «Anche se stanchi, sempre avanti»

Giuseppe Tedone
«È difficile descrivere quello che si prova di fronte a certe situazioni, ma bisogna essere bravi nel non tremare e mantenere il sangue freddo. Consiglio di non sottovalutare il virus»
scrivi un commento 1749

Giuseppe Lobascio è un infermiere ruvese di 28 anni che racconta quello che vive quotidianamente nell’affrontare, con i propri saperi, la pandemia di Coivid-19.

«Lavoro in Osservazione breve intensiva: attualmente la situazione è molto impegnativa ma sotto controllo. Grazie alle abilità dei nostri dirigenti, in poco tempo, le strutture ospedaliere si sono sdoppiate per fare fronte all’emergenza sanitaria. È servito un profondo lavoro di riorganizzazione per continuare a garantire assistenza sanitaria anche per le patologie no Covid.

Noi dobbiamo essere bravi nel non tremare e mantenere il sangue freddo dinanzi a queste situazioni. Prima che un paziente venga intubato gli spieghiamo sempre quello che sta per accadere e gli chiediamo se desidera chiamare i suoi cari. Molti rifiutano perché hanno paura, troppa paura che quella possa essere l’ultima chiamata, una chiamata di addio. Purtroppo questo virus oltre che ad attaccare le vie respiratorie, sottotraccia lavora molto anche sulla mente umana.

Il virus è stato capace di metterci tutti allo stesso piano, senza distinzioni di razza o di sesso. I pazienti covid sono abbattuti e disperatamente soli, tutti allo stesso modo. Non gli è permesso avere al proprio fianco un parente o un amico che possa alleviare le loro sofferenze.

È proprio in questo che gioca un ruolo fondamentale l’infermiere, così come il resto del personale sanitario. Lasciamo i nostri problemi e pensieri al di fuori della tuta protettiva nel preciso istante in cui la zip si chiude. Ci trasformiamo e andiamo ad assistere tutti indistintamente, a volte dimenticandoci che da un giorno all’altro potremmo ammalarci anche noi. Oltre ad erogare le migliori prestazioni assistenziali, proviamo a dimezzare il peso della solitudine e della sofferenza dei nostri pazienti con una carezza o strappando qualche sorriso. E non esiste emozione più grande».

Per quanto riguarda il futuro, Lobascio invita a fare attenzione perché si rischia grosso. «Le nostre azioni e i nostri comportamenti possono dare vita a due situazioni differenti: o chiudere definitivamente la seconda ondata oppure far partire la terza. Sta a noi. È necessario evitare assembramenti impropri durante le festività. Lancio una provocazione: meglio sacrificare un Natale senza parenti o sacrificare la vita dei parenti per un Natale?

Non si può sottovalutare questo virus perché possiamo infettarci e infettare allo stesso modo. Possiamo morire. Ci crediamo invincibili ma davanti al virus siamo fragili tutti in ugual misura. Dobbiamo prendere le precauzioni necessarie per proteggere noi stessi e gli altri: indossare la mascherina ed evitare assembramenti».

«Stando tutti i giorni a combattere sul fronte, può succedere che il virus mieti qualche vittima tra noi infermieri, medici e il personale sanitario. Può succedere perché è il rischio del nostro lavoro, ne siamo consapevoli.

Quello che auguro ai miei colleghi – conclude – è di non abbattersi e di non permettere al virus di prendere il sopravvento. Anche se siamo stanchi e oberati di lavoro, auguro di riuscire a trovare le forze necessarie per proseguire la nostra missione».

lunedì 14 Dicembre 2020

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Franco
Franco
3 anni fa

Purtroppo certe testimonianze rischiano di creare solo ulteriori paure invece che responsabilizzare.

biagio anselmi
biagio anselmi
3 anni fa

grandi! siamo con voi, ci uniamo al vostro sforzo e cerchiamo di dare buon esempio.

Gina Soldato
Gina Soldato
3 anni fa

Che il Signore ti benedica

Marco
Marco
3 anni fa

Serve un po' di speranza e soprattutto non è utile a nessuno drammatizzare.

prof. Mario CAMELIO  DE BENEDITTIS
prof. Mario CAMELIO DE BENEDITTIS
3 anni fa

Un grazie all'infermiere Michele Lobascio che ha descritto molto bene, in tutta la sua drammaticità, il percorso necessario che il paziente infettato dal “Covid 19” deve subire per sperare di guarire. Spesso capita di notare in taluni il mancato rispetto delle regole imposte dagli esperti, convinti di essere immuni da eventuale contagio. Non è proprio così. Rispettare le regole consigliate dall'infermiere che, insieme al personale sanitario, opera per salvare vite umane è fondamentale. Significa innanzitutto evitare di essere contagiati e di contagiare i propri cari ed i malcapitati concittadini che, per svariati motivi, necessita incontrare. Bastano pochi accorgimenti per evitare inutili sofferenze e rischiare persino di perdere la propria vita ed eventualmente quella dei propri cari.