Cultura

Una tradizione che si rinnova: ecco le Quarantane a Ruvo di Puglia

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Sono state collocate ieri mattina, qualche giorno più tardi rispetto al consueto. Simbolo di penitenza, esprimono la fusione tra religione pagana e cristiana
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È slittata di qualche giorno la collocazione delle Quarantane nei punti principali di Ruvo di Puglia.

Non dalla notte tra Carnevale e il Mercoledì delle Ceneri, ma da ieri mattina sul crocicchio tra corso Carafa e corso Gramsci; su piazza Dante, a cura di Matteo Miccoli, sulla piazzetta antistante l’Infopoint di Ruvo di Puglia, a cura della Pro Loco,  e su piazza Bovio, a cura della famiglia Caldarola, fluttuano i fantocci dal sembiante femminile che simboleggiano la Quaresima.

Di nero vestite, le Quarantane a Ruvo di Puglia rappresentano anche la moglie di Carnevale, incarnato nella maschera locale “’Mba Rocchetidde, Cape de Rafanidde” di cui, quest’anno, non si sono celebrati i funerali che trovano l’apice nel rogo: una tradizione curata dal Gruppo teatrale “Biagio Minafra” di cui il compianto Michele Pellicani era una delle anime.

Imbottite di paglia, tra le mani hanno un frutto invernale, l’arancia, in cui sono conficcate sette penne di gallina, tante quante sono le settimane della Quaresima e che vengono tolte man mano che passano. Hanno anche il fuso e la conocchia, simbolo del paziente lavoro femminile; un’aringa, simbolo dell’astinenza da osservare come precetto quaresimale.

Non è raro vederle sospese tra balconi; su piazze o, in formato ridotto, appese alle porte delle case o sedute nei pressi delle abitazioni in altre città e paesi della Puglia e del Sud Italia: nel Salento, per esempio, sono chiamate Caremme.

Le loro origini sono oggetto di studio e di interesse da parte di demologi e cultori di storia locale, essendo espressione del sincretismo tra religione pagana e cristiana.

Circa quattro anni, a Lucera, nel corso del primo convegno regionale dedicato alle Quarantane, promosso dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale, e in collaborazione con la delegazione Monti Dauni dell’Unpli Puglia e il Cif (Centro italiano femminile), Cleto Bucci sottolineò come il fantoccio fosse la «rappresentazione univoca delle tre Parche o Moire, La prima, Clòto, tesseva il filo della vita; la seconda, Làchesi, dispensava i destini, assegnandone uno a ogni individuo e stabilendone anche la durata; la terza, l’inesorabile Àtropo, tagliava il filo della vita al momento stabilito».

Alcuni studiosi ritengono, poi, che abbiano origine dagli oscilla, ricordati da Virgilio nel secondo libro delle Georgiche: nelle feste in onore di Bacco, venivano appesi agli alberi figure di cera che, dondolandosi, al vento, avevano la funzione di propiziarsi il dio nella protezione delle vigne. Questo legame col mondo agricolo si esprime, a Ruvo di Puglia, nell'esplosione e rogo finale della Quarantana a Pasqua: al passaggio della statua di Cristo Risorto, condotta in processione, il fantoccio esplode, tra mortaretti, e viene divorato dalle fiamme: dal modo in cui il fumo si solleva si traggono pronostici sull’annata agraria. 

La Quarantana, la sua preparazione, il “bacio” datole prima di essere sospesa incantarono anche gli operatori dell’emittente tedesca Südwestrundfunk, che, nel 2015, dedicò uno speciale alla Settimana Santa a Ruvo di Puglia. 

Lo scorso anno, per rispettare le misure restrittive antiCovid-19, questo rito non si è tenuto. E un'incognita grava sulla Pasqua 2021, dal momento che, con ordinanza del Consiglio dei Ministri del 13 gennaio 2021, l’emergenza sanitaria è stata prorogata sino al 30 aprile p.v.

 

venerdì 19 Febbraio 2021

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