Cultura

“Il silenzio – la poetica di un’assenza” nella Settimana Santa rubastina nel tempo del Covid

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
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“Il silenzio - la poetica di un’assenza”
Il corto fotografico è stato realizzato, nel tempo sospeso e stanco della pandemia Covid, dai fotografi Mauro Ieva, Donato Anselmi e Marco Volpe e dal musicista e poeta Vincenzo Mastropirro
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La fluente e ondulata chioma bionda di una fanciulla di cui non si vede il volto; un uomo che guarda nelle lontane lande del passato, assorto, il viso scolpito dal tempo; un confratello riflesso sul pomello di una porta; la dolce luce delle lampade degli “Otto Santi” che accarezza il volto di una donna; intensi primi piani in bianco e nero.

Sono alcuni “quadri” che compongono “Il silenzio – la poetica di un’assenza”, titolo del corto realizzato, nel tempo sospeso e stanco della pandemia Covid, dai fotografi Mauro Ieva, Donato Anselmi e Marco Volpe e dal poeta e musicista Vincenzo Mastropirro.

Sulle note di Mater dolorosa, primo quadro dell’omonimo Stabat Mater composto dallo stesso Mastropirro, scorrono attimi, sguardi, volti, interni e panoramiche, oggetti e particolari, pervasi dell’aura della Settimana Santa rubastina, sacra e solennemente ricca di silenzio.

Quel silenzio che acquista un significato profondo, nel secondo anno della pandemia che ha fermato i riti processionali.

Ne sono consapevoli Ieva e Mastropirro: «La passione, in ognuno di noi, è presente anche quando è assente – dicono, presentando il lavoro -. La rievocazione della Passione di Cristo, nelle stazioni della via Crucis dal monte degli Ulivi al Calvario, assume dunque la veste concreta della passione degli umani in tutti i Sud del mondo.

È una passione plurisensoriale che ogni anno si arricchisce delle sollecitazioni emozionali delle statue in processione che sfilano in silenzio a Ruvo di Puglia e nel Sud Italia, così come del ritmo e delle armonie impresse dalla banda che le accompagna con le sue marce funebri.

Oggi, il silenzio è la poetica di un’assenza forzata e le immagini fotografiche incontrano l'essenzialità in un tempo che dissolve il superfluo e le parole grevi della poesia e i suoni contemporanei di questo breve filmato. Il nostro tentativo empatico in questo momento è quello di riprendere quell'attimo essenziale che strazia (lacera) le nostre anime più che mai».

«Quell’attimo essenziale» di un mondo in cui, dal 2020, si è smarriti, un mondo dalle prospettive rovesciate rispetto a quello che è stato il nostro “ordine delle cose”, “U munne sotte-saupe”, descritto nella poesia in lingua dialettale di Mastropirro (Sud…ario, Secop edizioni) che la voce profonda e mesta dell'autore fa scivolare sulle immagini.

«Quando l’ho composta era il 2017  – spiega – e la pandemia era lontana. Questa è una poesia profetica e visionaria, perché narra quello che stiamo vivendo attualmente. Abbiamo il cuore che sbiadisce sempre più, siamo disperati ma alla fine, come ho scritto nella poesia, i Santi scendono dalle nicchie e ci ricordano che sappiamo pregare e trovare la forza in noi per affrontare le difficoltà e la preghiera, anche laica, può divenire strumento di consolazione». 

«La domanda che ci siamo posti è questa – aggiunge Ieva -, se questo silenzio ci porterà, probabilmente, al recupero del l'autenticità e della sacralità dei riti della Settimana Santa. Io amo fotografare "il backstage", il dietro le quinte, e ho registrato che c’è una stridente contrapposizione tra quello che noi tutti vediamo sfilare per le vie della città, con severa mestizia, e quando tutto finisce: succede che si crea  un netto distacco tra il mondo dei nostri avi al cospetto di queste ritualità e il nostro tempo di oggi. Il contributo fotografico vuole essere fondamentalmente la testimonianza come la fotografia aiuta  a guardarci in silenzio».

Per Marco Volpe il silenzio è in simbiosi con la Settimana Santa rubastina. «Solo a Ruvo di Puglia – spiega -, il silenzio della Settimana Santa è intenso, greve, solenne».

Giovane confratello della Opera Pia San Rocco a cui è affidata la cura della processione del “Trasporto di Cristo al sepolcro” (gli "Otto Santi”), Volpe è molto legato alla Settimana Santa, ai suoi riti e tradizioni, e racconta il momento in cui è nato questo forte sentire: «Avevo circa cinque anni ed ero sul balcone della casa dei miei nonni materni, in corso Piave, per assistere a un corteo processionale. Già mi incantarono i bianchi lini stesi ai balconi». Intorno c’era un silenzio solenne. «Io, vivace, giocavo e alzai un po’ troppo la voce. Mia nonna mi sussurrò semplicemente e con forza “Shh!”. Io ne fui colpito. Da quel momento mi accostai con maggiore venerazione e rispetto a questi momenti che, come cattolico, vivo intensamente anche attraverso la fotografia e lo studio della storia delle Confraternite ruvesi».

Gli fa eco Donato Anselmi che, insieme a Volpe, è uno dei fondatori dell’associazione culturale fotografica Màdö e, da diversi anni, si dedica a raccontare per immagini la Settimana Santa. «Il Silenzio – racconta – è parte integrante dei riti dellaSettimana santa.

Gli unici elementi che hanno il potere di interromperlo sono lo scalpiccio sulle strade coperte di cera dei confratelli, le preghiere delle consorelle e gli applausi della gente al rientro della statua degli Otto Santi. Il silenzio che ci accingiamo a trascorrere anche questa volta, però, è un silenzio diverso, eredità lasciataci dagli eventi che ben conosciamo da circa un anno; un velo che ci rallenta, sotto il quale ci muoviamo a tentoni in attesa di riappropriarci dei nostri spazi, delle nostre libertà, dei nostri “Riti”.

Perciò questo mini-progetto, ha come volontà quella di ricordare che determinate situazioni ci sono ancora, anche quando non si verificano. Resistono nel tempo. Sì, possono esser messe da parte per un po’, ma mai dimenticate. Lì, come statue nelle nicchie, in attesa di esser tirate fuori una volta all’anno, mantenendo il loro solito elegante Silenzio».

 

sabato 27 Marzo 2021

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Franco
Franco
3 anni fa

Non sarei tanto poetico in questi casi, ci hanno tolto il Natale con la promessa di una Pasqua di … liberazione e ora ci tolgono pure la Pasqua, con tutti gli annessi.

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