Cultura

Buona la prima. Il Festival internazionale dei madonnari è stato un successo

Irene Tedone
I 10 artisti, provenienti da 7 Stati, assecondando il proprio mood, hanno "gessettato" la loro idea di "Maria, donna dei nostri giorni" sotto gli occhi di un silenzioso e rispettoso flusso di curiosi​
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Buona la prima! L’edizione numero uno del festival internazionale dei madonnari, conclusasi martedì 21 maggio nel cuore della festa campestre dedicata alla Madonna delle Grazie, ha lasciato un segno tangibile. A onor del vero, però, di segni ne ha lasciati dieci lungo la tavolozza a cielo aperto che conduce al santuario, tanti quanti erano gli artisti in concorso.

Che nell’ultimo periodo le parole “festival” e “madonnari” siano rimbalzate di bocca in bocca e di social in social è un dato di fatto indiscutibile, ma che poi l’eco dovesse risultare così ridondante nessuno se l’aspettava. Nessuno. Neppure l’organizzatrice dell’evento Laura Pellicani che a caldo, sull’onda emotiva della proclamazione del trio vincitore, si sbilancia dicendo: «Ci sarà una seconda edizione».

Tutto si è svolto come da copione. Persino il tempo, la grande incognita di questo insolito maggio, ha retto il gioco. E in meno di 24 ore la lunga tela ha preso i colori del mondo, quelli dei 7 Stati partecipanti. Gli artisti, assecondando ognuno il proprio mood, hanno “gessettato” la loro idea di “Maria, donna dei nostri giorni” sotto gli occhi di un silenzioso e rispettoso flusso di curiosi. Confuso tra la folla c’era pure il direttore artistico Gennaro Troia che se l’è dovuta cavare anche con la bizzarria creativa di 45 baby madonnari ansiosi di colorare il mondo a modo loro.

Una lente più o meno tecnica, poi, presieduta dall’architetto Lidia Sivo, ha tramutato in numeri il gradimento per ciascuna opera. Con Carmine Pistone vince il tricolore, ma soprattutto stravince il mondo di internet. Ancora una volta il virtuale sul reale. La frivolezza sulla discrezione. La vanità sull’umiltà. Calata nell’era degli hashtag e dei like, provocatoriamente Maria assume le fattezze di una donna moderna. «È Chiara Ferragni la Maria dei nostri giorni», chiarisce l’autore. È l’immagine sopra le righe di una madonna nuova: madre e femmina. Premurosa si, ma vezzosa. Ossigenata e incipriata. Con lo zigomo alto e col rossetto. Sorridente e sicura di sé mentre si “selfa” alla realtà virtuale.

Sono le mani della Maria raffigurata a sottolinearne questa dualità. In quanti le hanno notate? Una è madre, candida e amorevole mentre sostiene e stringe a sé il figlio; l’altra è femmina, unghie lunghe e colorate mentre impugna uno smartphone.

Il secondo posto va all’opera dell’italiano Joseph Troia, mentre il terzo vola in Nigeria con James Agizemelu. Da buon padrone di casa, don Gianni Rafanelli, rettore del santuario, ha fatto dono a tutti i madonnari partecipanti di un pensiero in ricordo di questa bella esperienza. Al terzetto vincitore, invece, vanno delle opere realizzate con le tecniche dell’intaglio e dell’intarsio e che portano la firma delle artiste ruvesi Emanuela Tedone e Maria Cantatore. Un dettaglio del portale della nostra cattedrale in giro per il mondo.

Nella prima edizione del festival internazionale dei madonnari vince pure la generosità dei ruvesi. Nei giorni antecedenti l’evento, l’architetto Lidia Sivo, presidente della giuria, riceve in dono da Gennaro Troia, presidente della scuola napoletana dei madonnari e direttore artistico del primo festival ruvese, una scatola di gessetti. La curiosità spinge l’architetto a cimentarsi. Ne viene fuori un ritratto bellissimo. È il volto rassicurante e pacato di don Toninno Bello e l’idea fiorisce all’improvviso: una raccolta fondi e un’asta serviranno all’acquisto di un elettroencefalogramma dinamico per il reparto oncoematologico pediatrico di Taranto, che servirà ai bambini tarantini per combattere il mostro.

domenica 26 Maggio 2019

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anacleto berardi
anacleto berardi
4 anni fa

bella iniziativa, da ripetere, ampliare e potenziare. un messaggio, magari la prossima volta far esibire gli artisti in un luogo che possa rimanere chiuso al traffico un pò più a lungo, mi dispiaceva di dover transitare sulle loro opere, il giorno dopo.