Cultura

“Iazz Bann – Storie dimenticate di jazzisti che girarono il mondo”, il docufilm di Livio Minafra

La Redazione
​Si è in fase di montaggio, ma per terminarlo è necessario il contributo di tutti. Per questo il musicista ruvese, che ha ideato il progetto, fa una call​. «Documento che omaggia il nostro Sud» dice
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Da un’idea del polistrumentista Livio Minafra, docente di Pianoforte Jazz al Conservatorio di Bari, nasce il progetto “Iazz Bann – Storie dimenticate di jazzisti che girarono il mondo”, un docufilm le cui riprese sono state curate da Lorenzo Zitoli e Salvatore Magrone.

Il lavoro, che Minafra ha spalmato in tre anni, si fonda su testimonianze, video, foto, audio, interviste ai protagonisti in vita, agli eredi e a chi è stato vicino a quel mondo, tra cui Peppe Vessicchio e Michele Marvulli.

Attualmente si è in fase di montaggio, ma per terminarlo sono necessari 10mila euro. Per questo, Minafra chiede alla comunità un piccolo contributo.

«Tutte le donazioni saranno essenziali e indispensabili per portare a termine un lavoro che renderà omaggio alla memoria di grandi musicisti e di un Sud che fu e che ha ancora tanto da raccontarci e insegnarci. Soltanto con i piedi ben saldi a terra si scorge il futuro», dice Minafra che fa un piccolo excursus storico sul jazz in Puglia e sulla tradizione ruvese, perché il genius loci della città è la musica.

«La Scuola di Musica Comunale di Ruvo di Puglia , nel sud italia, era attiva già da fine ‘800 . Intere generazioni, soprattutto i ragazzi più poveri, hanno imparato, gratuitamente, a suonare e conoscere gli estratti d’Opera Lirica (riarrangiati per Banda ed eseguiti in Cassa Armonica). Oltre a Francesco Porto, è sotto la direzione dei fratelli ruvesi Amenduni che la Scuola raggiunge il suo splendore, dagli anni ‘20 agli anni ‘60 .

Nell’ immediato dopoguerra , complice l’entusiasmo della liberazione anche da parte degli americani, alcuni musicisti della Banda vengono decisamente attratti dal Jazz. Famosa per i suoi fiati (clarinetti, sassofoni, trombe, etc), la cittadina sforna così una classe di sassofonisti jazz e non solo che farà parlare di sé in tutta Italia e oltre. Da Enzo Lorusso che collaborò con Perez Prado , Fred Bongusto e il Festival di Sanremo a Filippo Pellicani (sassofonista di Bruno Giannini), da Sandrino Dirella che collaborò con Rabagliati e Nicola Arigliano , a Nunzio Jurilli in tourné fino in Giappone , fino a Santino Tedone, sax alto dell’ Orchestra Rai di Roma dagli anni ’50 agli ‘80 .

Fino a Pino Minafra , trombettista jazzista di fama internazionale, nativo di Ruvo di Puglia, anch’egli figlio della Banda, generazione successiva ai nomi summenzionati, che per la prima volta mette nel jazz elementi di musica colta, banda e circo, rompendo con l’ossequio americano, direzionandosi verso un jazz al contempo nostrano e avanguardista».

Per le donazioni e per guardare una piccola anteprima del docufilm, cliccare al seguente link

https://www.produzionidalbasso.com/project/iazz-ba…

domenica 16 Febbraio 2020

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