Cultura

Vincenzo Anselmi: «Il mio incontro con Ennio Morricone»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
​Il Maestro ruvese racconta di quando incontrò il celeberrimo compositore di colonne sonore e gli sottopose, per un giudizio, un suo lavoro. Era al tempo dei Mondiali in Italia
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In questi giorni, spicca in tutte le narrazioni in memoria del Maestro Ennio Morricone l’accostamento tra la magnificenza della sua musica con la mite riservatezza e l’amabilità soprattutto nei confronti dei giovani musicisti a cui dava consigli. E avrebbe sorriso ai tanti piccoli musicisti che, negli auditorium delle scuole medie, si esibiscono nei suoi classici, tra cui C’era una volta il West.

Del compositore che dal semplice suono colto per la strada sapeva trarre melodie immortali,come la celeberrima sirena della polizia di Marsiglia che gli ispirò Se telefonando, cantata da Mina su parole di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara; del compositore che ha reso musica il verso del coyote (Il buono, il brutto e il cattivo) un affettuoso ricordo ha il Maestro Vincenzo Anselmi, polistrumentista, compositore e direttore d’orchestra nonché docente di Strumentazione per banda al Conservatorio di Musica “Nino Rota”, a Monopoli.

Era il 1990. L’anno dei Mondiali in Italia, l’anno in cui il Maestro Morricone diresse l’Orchestra Sinfonica di Bari in due concerti dedicati alle colonne sonore da lui firmate; l’8 giugno al Petruzzelli; il 9 giugno all’Auditorium “Nino Rota”.

Solisti furono il soprano Alide Maria Salvetta; i flicornisti Francesco “Cicci” Santucci e Flavio Boltro; ai flauti di Pan (nel tema ricorrente in C’era una volta in America), Trencito de Los Andes.

«Serate indimenticabili – il ricordo di Anselmi -. Suonare con il Maestro…un privilegio! Era l’inizio dei Mondiali ’90 …c’era Italia-Austria, ma la musica andò molto oltre il goal di Schillaci.Dopo l’ultimo brano in programma, eseguimmo ben 6 (sei) bis! Era forse la mia prima volta che suonavo con l’Orchestra Sinfonica di Bari.Ricordo l’Auditorium strapieno.
Il pubblico seduto per terra, sui gradini, nei corridoi, dovunque…
».

Poi, racconta il momento in cui, con il profondo timore reverenziale di chi è consapevole di essere davanti a un genio e l’audacia determinata di un ragazzo che sa a cosa voterà la propria esistenza, si avvicina al Maestro.

«Il primo giorno di prova, ebbi il coraggio di mostrargli una mia composizione per quartetto d’archi, “Arcana”- prosegue Anselmi – . Mi chiese di poterla portare con sé per guardarla in albergo, con calma.
Il giorno successivo, appena mi vide, mi chiamò vicino a sé e mi diede un suo parere a riguardo. Fu un’ emozione indescrivibile, per me, parlare di un mio piccolo lavoro musicale seduto accanto a Ennio Morricone: non mi sembrava vero!
Grazie Maestro!
».

mercoledì 8 Luglio 2020

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