Politica

Attentato 2017, Pasquale Chieco: «Coltivare rispetto»

La Redazione
​Il Sindaco nonché candidato sindaco replica a Matteo Paparella. «Leggiamo su due suoi post che io dovrei scusarmi con la città perché allora "feci marchiare Ruvo come "città mafiosa"»
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«Ci sono molti modi di fare campagna elettorale: si possono raccontare fatti e azioni realizzate, prospettare idee e mettere in campo progetti, oppure mettere in moto la macchina del fango e scagliarsi contro persone e avvenimenti che non lo meritano ma che evidentemente risultano strumentali a obiettivi elettorali».  

Così il sindaco e candidato sindaco a Ruvo di Puglia Pasquale (Ninni) Chieco in una nota.

«Così fa in questi giorni più che mai Matteo Paparella e non me ne stupisco, evidentemente pensa di recuperare voti per sé e la sua coalizione, ma sbaglia proprio obiettivo e tema, e io non posso e non voglio tacere sulla gravità delle sue parole.

Dopo oltre quattro anni riprende la vicenda dell’incendio doloso della casa di campagna della mia famiglia, dono dei miei genitori.

Leggiamo su due suoi post che io, che ho subìto un danno morale e materiale, dovrei scusarmi con la città perché allora “feci marchiare Ruvo come città mafiosa” facendo passare quell’attentato “come atto criminale connesso alla attività amministrativa per altro iniziata 3-4 mesi prima”.

Parole ignobili, false e diffamatorie».

«Io non auguro a nessuno – prosegue Chieco nella nota – di vedere un pezzo della propria vita incenerito dalle fiamme. Mobili ammassati con pneumatici, benzina, fuoco dove prima c’era una casa. Era il 3 marzo 2017, nove mesi dopo la mia elezione a Sindaco.

Non auguro a nessuno di dover consolare il dolore e contenere la preoccupazione delle proprie persone care, mentre ancora non si è smaltita la propria personale prostrazione.

Per me e per la mia famiglia è una ferita ancora sanguinante, anche perché le indagini non ci hanno consegnato a oggi gli autori di questo gravissimo reato.

La società civile si mobilitò a mio e nostro sostegno, indignata e offesa dall’accaduto e io stesso dichiarai testualmente: “Sono preoccupato perché la grande visibilità mediatica che questa vicenda sta avendo potrebbe far passare l’idea di Ruvo come di un posto pericoloso e violento, succube della criminalità. Assolutamente non è così, noi non siamo questo, e l’indignazione della città, che subito, compatta e senza esitare, ha preso posizione condannando questo atto criminoso, lo dimostra”.

A questo link tutto il mio intervento di allora: https://www.facebook.com/notes/343848286847997/. (In calce alla nota proponiamo il testo, ndr).

Paparella scrive invece a lettere maiuscole (quindi urlando, perché questo significa sui social l’uso delle maiuscole): “Il SINDACO DEVE SPIEGARE AI RUVESI COME STANNO REALMENTE LE COSE. NON PUO’ TACERE. DEVE DARE SPIEGAZIONI”.

Cioè lascia intendere che io abbia spiegazioni e non le voglia dare, che l’attentato alla villa sarebbe un crimine legato a ragioni diverse dall’attività amministrativa, che io dovrei spiegare ai Ruvesi come stanno realmente le cose.

Forse non è chiaro: sono io la vittima di quel crimine sicuramente doloso e sono io che dovrei ricevere spiegazioni, non darle perché semplicemente non ne ho.

Quindi o chi scrive questi post (al di là dell’artificio puerile di Paparella che mette quelle affermazioni in bocca a un sedicente e ignoto “elettore storico della Sinistra”) ha elementi sul crimine a mio danno e allora dovrebbe andare di corsa a dirlo all’Autorità giudiziaria, oppure questa è solo macchina del fango.

In un caso e nell’altro, sarà mia cura occuparmene per le corrette vie legali.

Attenderò l’esito della querela proposta all’Autorità giudiziaria per queste e altre falsità e diffamazioni a firma dell’autore dei post e di chi commenta. Attenderò anche i risultati degli approfondimenti di Polizia giudiziaria su chi mostra di sapere cose inedite sul crimine di cui sono stato vittima.

Resta che la Politica e la campagna elettorale in corso, alla quale abbiamo appena dato il via con tutta la coalizione di Centrosinistra, sono altra cosa ben diversa dagli attacchi personali, dalle falsità e dalle ingiurie.

Noi continueremo a raccontare ciò che abbiamo fatto in questi anni, anche a favore della legalità e della giustizia dove è stato necessario operare in questo senso, e continueremo insieme a progettare il futuro di questa città, liberi dalle minacce e dalle macchinazioni di chi non ha argomenti migliori da offrire nemmeno al proprio elettorato o a quella parte di città che spera ancora di conquistare».

Intervento di Pasquale Chieco del 2017

La bellezza è la risposta

All’inizio, lo giuro, ci ho provato a rispondere a ognuno, a ringraziare tutti uno per uno, ma poi l’onda mi ha travolto; un’ondata di affetto, di vicinanza e di solidarietà. Tantissimi: rappresentanti delle istituzionali e della politica, ma soprattutto i miei amici, i miei amati studenti, i miei carissimi concittadini ruvesi. Un gigantesco abbraccio, una unica, grande dichiarazione di affetto e di stima, un robusto incoraggiamento a non mollare. Benzina in un motore che venerdì era un po’ in riserva.

Grazie, grazie davvero, anche da parte della mia famiglia, tante volte evocata.

Ma non è tutto. Accanto alla solidarietà, si è levata anche un’altra grande ondata fatta di indignazione e di sdegno per quello che è accaduto a me, alla nostra città. Ed è proprio di questo che mi preme parlare: passato il primo momento di dolore personale, ora sono preoccupato perché la grande visibilità mediatica che questa vicenda sta avendo potrebbe far passare l’idea di Ruvo come di un posto pericoloso e violento, succube della criminalità. Assolutamente non è così, noi non siamo questo, e l’indignazione della città, che subito, compatta e senza esitare, ha preso posizione condannando questo atto criminoso lo dimostra. Siamo stati eletti solo da pochi mesi, ma abbiamo fatto di tutto perché si parlasse di questa città per la bellezza che ha e per quella che può generare. Non possiamo lasciare che qualche delinquente “bruci” tutto questo, non possiamo permettere che si parli di noi solo per un fatto simile. Dobbiamo rispondere con la bellezza, stando uniti e continuando il cammino intrapreso. Rispondiamo preferendo la legalità, accettando le regole, anche quando non ci conviene. Usiamo questo brutto episodio come occasione per fermarci, riflettere e ripartire, con sempre maggiore convinzione, sulla strada del cambiamento e della bellezza, da costruire, da vivere. Sento attorno a me un paese unito, vado avanti con fiducia.

martedì 31 Agosto 2021

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Marina Ceci
Marina Ceci
2 anni fa

Quando si tocca il fondo non resta che raschiarlo. Matteo Paparella è l'esempio di politico che si è assurto a feudatario ruvese nei suoi tempi d'oro e che, dopo mille manovre partitiche per arrivare a essere Assessore Regionale alla Sanità, cosa sfumata per eventi avversi e una manciata di voti, non ha mai accettato che il suo consenso stesse calando, che la sua maniera politica fosse ormai appartenete alla Prima Repubblica e che le pedine messe in consiglio comunale come cavalli di Troia non fossero all'altezza. Queste dichiarazioni sono la più palese evidenza di un inarrestabile tramonto abbastanza inglorioso.