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Rifondazione Comunista Ruvo: «Morire di alternanza scuola-lavoro a 18 anni. Diciamo basta»

La Redazione
​La sezione ruvese del Partito di Rifondazione Comunista riflette sul senso e sul valore del percorso di alternanza scuola-lavoro all'indomani della morte in azienda, a soli 18 anni, dello studente Lorenzo Parelli
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In una nota, la sezione ruvese di Rifondazione comunista condivide riflessioni sul senso e sul valore del percorso di alternanza scuola-lavoro all'indomani della morte, a soli 18 anni, dello studente Lorenzo Parelli avvenuta venerdì, nell'ultimo giorno di lavoro per un'azienda, in Friuli. 

«Lorenzo Parelli – si legge-  è morto ieri a 18 anni in un'azienda in provincia di Udine: doveva essere tra i banchi di scuola ma invece era il suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro. Non è il primo incidente grave durante l'alternanza scuola-lavoro nel nostro Paese. Non è accettabile che un ragazzo venga mandato in un contesto così pericoloso. La realtà è che l'alternanza non corrisponde per nulla a quanto sostengono le norme che l'hanno introdotta. Ragazze e ragazzi che non arricchiscono il loro percorso formativo ma perdono preziose ore di studio che mai nessuno gli restituirà. Si deve insegnare ai ragazzi ad amare la lettura, i libri, la conoscenza, non mandarli al macello. Non si può rubare la vita ai ragazzi in questa maniera barbara. Si usa la scusa della formazione per procurare manodopera gratuita alle imprese. Al contrario, tutte le scuole, dagli istituti tecnici ai licei classici e scientifici, sono scuole che devono mirare a formare esseri umani, cittadini. Il mantra delle competenze professionali da acquisire è pura propaganda, non solo perché i saperi tecnici e professionalizzanti si acquisiscono all'Università ma anche perché l'alternanza insegna poco o nulla ai ragazzi e alle ragazze coinvolte. È una scuola ormai impregnata di sfrenato aziendalismo». Nella nota, inoltre, si mettono sotto accusa i comunicati stampa sugli Open day organizzati dagli Istituti superiori funzionali alle possibili iscrizioni, «comunicati – si legge – ancora una volta pregni di quella retorica dell'eccellenza e dei primati che crea non poche difficoltà a studenti e studentesse che sentono la propria vita misurata e definita da successi e insuccessi a scuola. La scuola non è competizione, non è culto dell'eccellenza e dell'individualismo. Non è un'azienda. La scuola è per tutti, anche per i più deboli. Andrebbe riposta al centro del percorso formativo la persona in tutte le sue sfaccettature. A Governo e Parlamento torniamo a chiedere di abolire immediatamente questa legge infame e che la scuola recuperi il compito che le assegna la Costituzione».

domenica 23 Gennaio 2022

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