Politica

Commissariamento Pd, la polemica non si placa

La Redazione
Duro attacco della segreteria locale dopo la decisione dei vertici regionali: «È vergognoso che un sindaco non tesserato e i consiglieri che hanno tradito il partito siano stati accontentati»
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Non si placa la polemica tra l’Amministrazione comunale e la segreteria locale del suo partito di maggioranza, il Pd, neanche dopo il commissariamento di quest’ultima da parte dei vertici democratici pugliesi, guidati da Marco Lacarra.

E continuano a susseguirsi i comunicati al vetriolo. «Hanno bussato e premuto tanto e fatto tante novene in tutte le chiese che alla fine sono stati accontentati – tuona Caterina Montaruli all’indomani della decisione -. Ed è surreale tutta la requisitoria che la segreteria regionale rivolge al circolo di Ruvo: quello che da sempre abbiamo riferito a Bari nell’intento di trovare un punto di incontro, è stato, come nella migliore retorica, usato contro di noi.

È vergognoso che un sindaco non tesserato al Pd e i consiglieri che hanno tradito il partito siano stati accontentati dopo che hanno tentato continuamente di delegittimare un coordinamento e una segreteria democraticamente eletti: loro, che non hanno accettato un candidato unitario e hanno perso il congresso, fin da subito sono diventati minoranza rancorosa con l’unico obiettivo di frantumare il partito utilizzando conoscenze e relazioni a livello personale.

E se è grave che questa segreteria cittadina non è riuscita, come recita il ritornello, a tenere insieme i consiglieri che non sono stati in grado di trovare una linea comune neanche tra loro, è ancor più grave che organi regionali non siano stati capaci di risolvere i problemi di relazioni tra le persone, che appaiono più da lettino di psicanalista che non da politici in grado di gestire la cosa pubblica; non sono stati in grado di fare sintesi tra la maggioranza di un circolo attivo, formato da persone per bene e di indubbia onestà politica, che ha dato prova fino alle elezioni europee di credere in questo partito, e un Sindaco che ha usato il Pd e i “suoi” consiglieri solo per raccogliere voti e assicurarsi il consenso in consiglio; non sono stati in grado di riportare all’interno delle dinamiche politiche quei consiglieri e il Sindaco che, noncuranti degli apporti esterni (non condizionamenti!), hanno deciso di agire in autonomia, perdendo anche l’appoggio di quei movimenti cittadini che, pur avendoli sostenuti al ballottaggio, non sono oggi presenti in Consiglio.

La delibera regionale dipinge un partito degli eletti che non ha bisogno di confrontarsi con gli elettori. Paradossalmente difende l’operato di chi, all’indomani della sua elezione, dimentica da dove viene e lavora per se stesso, per gli interessi di pochi, senza accettare posizioni diverse, più o meno critiche, che sono alla base del pensiero democratico, e poi sciorina tutta la retorica sulla partecipazione.

E consente che un sindaco per risolvere la crisi sceneggiata (nessuno sa perché si è aperta, come si è risolta, con quali concessioni, promettendo cosa…) dia un ultimatum “o io o la segreteria del Pd”, con l’aggravante di non essere iscritto al Pd.

E non muove un dito a difesa di un partito che, in questo mare burrascoso, è messo all’angolo e assiste inerme a un Sindaco che blocca i percorsi amministrativi già avviati ed è attaccato continuamente dai cittadini, ma trova il tempo di suggerire, lui (o chi per lui), una determina di commissariamento che non riporta nessuna motivazione plausibile, nessuna infrazione o sconfinamento.

Una determina a firma del segretario regionale diffusa prima ancora della ratifica, scritta con stili narrativi a noi noti, con parole che conosciamo a memoria e dichiaratamente di parte, che non ha una parola per il partito, addebitandogli tutta la responsabilità di quanto accaduto. Questa è una vergogna!

Insomma, questa delibera del regionale è l’espressione della mistificazione della realtà e rappresenta simbolicamente la modalità con cui opera questa Amministrazione: mistificazione e narrazione.

Abbiamo atteso tre anni nell’intento di tessere il filo della discussione, di capire quale visione stava guidando le scelte dell’Amministrazione, verso quali obiettivi e con quali modalità, ma le porte sono state sempre chiuse e le orecchie sorde.

Alle nostre lecite domande di chiarimento e al nostro avanzare proposte concrete, in particolar modo in materia urbanistica, c’è stata una levata di scudi, un volerci dipingere come ossessionati e rancorosi…senza comprendere che il tanto conteso Pug, e le modalità di gestire l’iter procedurale ancora in atto, rappresenta l’emblema di come questa compagine ammnistrativa opera in tutti i settori. Ed è singolare che proprio rispetto al Pug, strumento cardine della programmazione territoriale, risultato importante raggiunto dalla precedente amministrazione di centro sinistra dopo 10 anni di studi e vera partecipazione, l’organo regionale del Pd si esprima dichiarando che ci sia stata una “improvvida approvazione”. Ritornello, anche questo, da noi ben conosciuto. A questo punto scaturiscono alcune domande:

– ma non era una amministrazione di centro sinistra quella precedente, quella che aveva voluto questo candidato sindaco?

– ma non erano quegli stessi amministratori del Pd ad averne sostenuto e permesso l’elezione?

– e quando il Sindaco poneva il veto in campagna elettorale era sicuro che sarebbe stato eletto? E all’indomani della sua elezione, era consapevole che si sarebbe dovuto relazionare con chi quel piano lo aveva fortemente voluto e portato a compimento?

E quindi, se proprio quel Pug adottato all’unanimità in Consiglio comunale come risultato di un impegno di un’intera consigliatura e discusso e concordato insieme alla Regione Puglia (la stessa Regione Puglia del Pd di Lacarra ed Emiliano) era ritenuto una “porcheria” da parte di quei comunisti conservatori che hanno sostenuto il nostro Sindaco in campagna elettorale, non sarebbe stato più corretto discuterne prima di accettare una candidatura? Non sarebbe stato più onesto farsi da parte invece che bloccare un paese intero solo per mantenere l’impegno con la sinistra?

E, tornando ad oggi, quindi, non sarebbe forse corretto affermare, alla luce di tutto questo, che questa delibera è la dimostrazione di come la segreteria regionale del Pd abbia tutelato solo chi non ha rinnovato le tessera al suo stesso Partito, chi ne ha tradito la fiducia uscendo e fondando un altro movimento, chi in passato ha abbandonato la nave rifugiandosi altrove piuttosto che una classe politica che, nonostante i continui attacchi non ha mai mollato, non si è mai sottratta ai doveri di partito, non ha mai mancato alcun appuntamento e, infine, non ha mai chiesto le dimissioni del Sindaco ma solo che i consiglieri eletti delle sue liste si relazionassero con il coordinamento di circolo, come vogliono le regole democratiche e come stabilito dal regolamento nazionale?

In conclusione possiamo solo dire che ci sentiamo umiliati e feriti. Quello che ha guidato la precedente amministrazione di centro sinistra è stata una forte volontà di lasciare al paese segni concreti di cambiamento, infrastrutture nuove e all’avanguardia, una visione chiara e condivisa di sviluppo possibile. E abbiamo scientemente scelto questo Sindaco e ceduto il passo a questi giovani consiglieri comunali in un’ottica lungimirante di rinnovamento e innovazione della classe politica e fiduciosi di ricucire vecchi strappi. ma nulla di tutto ciò è accaduto. Bollati come “intransigenti e poco comunicativi” all’indomani dell’elezione, messi fuori e banditi da ogni discussione possiamo però affermare di essere orgogliosi di non esserci mai piegati a volontà che nulla hanno a che fare con l’idea di una politica che sia di servizio alla città e questo lo dimostriamo, ogni giorno, con quello che siamo, con la nostra storia politica e professionale che è più eloquente di mille parole».

martedì 2 Luglio 2019

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