Politica

Rifondazione: «Tornati alle condizioni di lavoro agricolo denunciate da Di Vittorio nel Dopoguerra»

La Redazione
Il partito comunista annuncia per questa sera alle 19.30 una manifestazione in piazza Dante, «perché ogni lotta è una lotta di tutti e ogni diritto conquistato è un diritto conquistato per tutti»
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«A parte le consuete figure istituzionali, sempre in prima fila
quando si tratta di prendere in giro con gesti e parole, mercoledì scorso
accanto ai braccianti in sciopero a Foggia c’erano soprattutto i militanti di
Rifondazione Comunista». Lo riferisce la segreteria ruvese del partito in una
nota.

«Perché ora è chiaro – proseguono -: siamo tornati alle condizioni
di lavoro agricolo denunciate da Giuseppe Di Vittorio nel Dopoguerra. 16 braccianti
sono stati uccisi non solo dai pulmini dei caporali sulle strade della
Capitanata dopo aver raccolto pomodori per due euro l’ora, ma dallo
sfruttamento da parte dei padroni e dei loro “soprastanti”.

Sono lavoratori uccisi dal bisogno, dalla disperazione, lasciati
nelle mani del mercato criminale e dell’indifferenza. Ma anche dall’ipocrisia
dei governi degli ultimi dieci anni, che dopo ogni strage invocano
controlli e riforme: nel nostro Paese c’è un morto sul lavoro ogni otto ore e
duemila infortunati al giorno.

Chi vede solo la “pacchia dei migranti” e il “business
dell’accoglienza” non si accorge della “pacchia degli affari” che fanno
centinaia di imprenditori italiani da Nord a Sud, con il lavoro sottopagato dei
braccianti agricoli irregolari e ricattati. Solo in agricoltura sono 430 mila i
lavoratori e le lavoratrici sfruttate, di cui 130mila quasi in condizioni di
schiavitù.

Uomini e donne di buona volontà non possono chiudere gli occhi
davanti a tutto questo: un prodotto sottocosto sul banco di un supermercato non
vale il sangue di disperati, migranti e italiani. Chi produce, vende, compra,
usa un tale prodotto è complice di questo sfruttamento. E non può più rimanere
indifferente.

Lo sfruttamento del lavoro, il controllo del territorio e
l’umiliazione delle persone che lavorano sono il terreno in cui nascono e
crescono le mafie. I lavoratori, migranti e italiani, non hanno altri
nemici se non i loro padroni e lo Stato che li protegge».

Per tutti questi motivi, il partito annuncia che questa sera, a
partire dalle 19.30, «saremo in piazza Dante per continuare a dare voce a quei
braccianti: di lavoro non si muore e quella stessa loro fame di lotta e di
riscatto deve tornare ai lavoratori italiani, perché ogni lotta è una lotta di
tutti e ogni diritto conquistato è un diritto conquistato per tutti».

sabato 11 Agosto 2018

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Pippo
Pippo
9 anni fa

Qualcuno ha mai mangiato il pane talmente duro che bisognava bagnarlo con acqua,a quei tempi era cosi c'è molta differenza e molta strada da fare con le lobby che ci ritroviamo in,……..

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