Politica

Verso una nuova classe dirigente, iniziata l’avventura di “Rinascimento ruvese”

Elena Albanese
I fondatori la definiscono «un'aggregazione fra diversi»,​ aperta al contributo di chiunque voglia impegnarsi a essere alternativo all'attuale Governo della città. Nel nome di un unico interesse: Ruvo
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«Un esperimento forte», che mira non a trovare un leader (almeno per il momento), ma a creare nel tempo una nuova classe dirigente. È questo l’obiettivo dichiarato di “Rinascimento ruvese”, ribadito dall’ex candidato sindaco Cosimo Schinaia e successivamente da tutti gli alleati della coalizione che si è presentata ieri alla città.

Si tratta di «un’aggregazione nuova fra diversi», spiega il consigliere comunale di opposizione Giovanni Mazzone, in rappresentanza di Puglia popolare. Una scelta, la sua, per la quale chiede ai numerosi sostenitori (è stato il più suffragato nelle scorse Amministrative, ndr) «conforto, adesione e solidarietà». E riguardo alle accuse di “cambio casacca”, Mazzone non le manda a dire ai suoi ex compagni di partito di Forza Italia. Ne ha per Mariatiziana Rutigliani, «una che abbraccia Emiliano e Matarrese, poi entra in FI da capogruppo. E io sarei quello poco raccomandabile?», si chiede. Non si esime anche dal ricordare ad Antonello Paparella la promessa ancora disattesa di dimettersi dopo la (seconda) sconfitta nella corsa alla poltrona di Primo cittadino, fatta all’indomani del ballottaggio perso con Pasquale Chieco.

L’impegno del gruppo è di aprirsi a chiunque voglia avanzare proposte valide, «non per una mera politica di sommatoria di voti, ma per amore di Ruvo».

In nome di Puglia popolare parla anche l’imprenditore Vito Ippedico, secondo il quale le aziende non hanno vita facile nella nostra città. Cita l’esempio di Pomarico (Gruppo Megamark, ndr), che «va via da Ruvo perché non si approvano i progetti», mentre bisognerebbe «applaudire chi investe».

«Mi sento offeso – prosegue – quando sento dire che non abbiamo la mentalità». L’intento di questa nuova aggregazione di forze è dunque «far ripartire il paese e farlo migliorare, dopo 15 anni in cui non si è riusciti».

Sull’entusiasmo punta il giovane Franco Scarongella di Fratelli d’Italia. La sua ricetta vorrebbe Ruvo come un grande museo diffuso, con conseguente implementazione dell’Assessorato alle Attività produttive; una maggiore attenzione dedicata all’agricoltura, motore fondamentale del territorio, anche qui con un Assessorato ad hoc</i>; e una riorganizzazione generale delle aziende partecipate del Comune.

Di «concretezza e coerenza» parla invece Cosimo Lorusso, segretario cittadino della Lega, intervenuto però a livello personale, poiché i vertici del suo partito non hanno ancora avallato l’adesione al progetto, per la quale hanno necessità di fare ulteriori valutazioni. «I problemi hanno assunto ormai carattere di emergenza – dice Lorusso -: assenza di lavoro, commercio quasi inesistente, dissesto stradale…».

«Una città alla deriva», gli fa eco l’avvocato Vito Ippedico del Movimento nazionale per la sovranità. «C’è un problema di metodo – tuona -. Noi siamo alternativi rispetto a un ceto politico che fino a ora non è riuscito a portare a termine un percorso. Siamo qui umilmente per ricostruirlo dal basso. Soprattutto i giovani devono riavvicinarsi alla politica, capire che non è una cosa sporca.

Non si può promettere nulla – conclude -, ma idee, pensieri e strategie ci appartengono. Dobbiamo collaborare, non aspettare. Dobbiamo essere protagonisti. Chiamiamo a raccolta quel popolo che rimane in casa e lo invitiamo a rimettersi in cammino. Per un unico interesse: Ruvo».

venerdì 8 Febbraio 2019

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