Politica

Dimissioni, Chieco: «Disponibile a continuare questa esperienza, ma senza degradarla»

Elena Albanese
«L'ho detto che questo Pug fa schifo e che avremmo trovato il modo di sistemarlo. Siamo votati alla tutela ambientale, questo è il nostro interesse; ma dal Pd toni di una violenza inaudita»
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La mancanza del numero legale nell’ultimo Consiglio comunale e la consapevolezza di non avere più la maggioranza sono stati per Pasquale Chieco «una sorpresa». Dei sei consiglieri eletti nel 2016 con il Pd, il suo partito, tre sono prima passati ad AppDem e poi «si sono defilati. Le loro motivazioni non sono state esplicitate».

Il sindaco dimissionario ha tenuto ieri un’affollata conferenza stampa nella quale ha raccontato quanto accaduto, vagamente prospettando gli scenari futuri, sempre circondato dai fedelissimi consiglieri e assessori. «La nostra politica è sempre stata trasparente e fatta con spirito di servizio. Vogliamo proseguire in questo modo anche nel momento della crisi. Sono disponibile a continuare questa esperienza, ma senza degradarla. Non sono chiuso, ma ad alcune condizioni».

Poi ha affrontato il vero e primo pomo della discordia con il Partito democratico: il Piano urbanistico. «Già da candidato sindaco ero contrario all’adozione. L’ho detto chiaramente che questo Pug fa schifo e che avremmo trovato il modo di sistemarlo. Siamo votati alla tutela ambientale, questo è il nostro interesse; ma abbiamo trovato un’opposizione virulenta e cattiva, con toni del Pd di una violenza inaudita». Una situazione «insostenibile», un’«anomalia che crea imbarazzo» e per questo «va rimossa». Per ora il passo indietro l’ha fatto lui, ma la speranza è nel commissariamento della segreteria locale. La strada del confronto, faticosamente portata avanti prima della rottura definitiva, è stata accantonata. «Il dialogo – dice Chieco – presuppone un piano condiviso, che non c’è. Il Pd magari adesso sta brindando…».

Eppure i tre consiglieri del Partito democratico ieri erano lì con lui. A prendere la parola è il capogruppo Mario Paparella, che si è detto «rammaricato e preoccupato» e, ribadendo l’appoggio al sindaco, al quale ha chiesto di ritirare le dimissioni, ha precisato che «Ruvo ha bisogno di essere rappresentata da persone serie».

Gli ha fatto eco Lia Caldarola in nome e per conto di una compatta Sinistra ruvese, prospettando «scenari incerti per la città» se la crisi non dovesse rientrare. «La politica, quella seria – ha detto -, deve pensare al futuro e non solo alle contingenze».

Ha concluso un appassionato Rino Basile per Ruvo Futura il quale, nel ribadire la sacralità delle istituzioni e «la passione e la voglia di uscire dallo stagno» risvegliate in molti dall’avvento di Pasquale Chieco, ha definito la sua guida come «l’unica strada che potevamo percorrere».

venerdì 15 Marzo 2019

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