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Scontro treni, la Regione citata come responsabile civile nel processo

La Redazione
Terza udienza oggi nell'aula bunker del carcere di Trani per i 18 imputati
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La Regione Puglia verrà citata quale responsabile civile (cioè soggetto tenuto eventualmente al risarcimento del danno) nel processo per l’incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla linea Ferrotramviaria tra Andria e Corato, con la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. È quanto stabilito oggi dal Tribunale collegiale di Trani, che ha dunque ribaltato la precedente decisione del Gup che aveva escluso la Regione Puglia come responsabile civile.

I giudici del collegio, oggi, hanno emesso complessivamente quattro ordinanze per decidere sulle questioni preliminari avanzate dalle parti nel processo, iniziato l’11 aprile, che vede imputate 17 persone e una società. Ammessa anche la costituzione di parte civile di altri parenti delle vittime, che ne hanno fatto richiesta, e dei Comuni di Corato e Andria nei confronti di Ferrotramviaria spa, l’unico dei 18 imputati per i quali l’istanza era stata rigettata dal Gup durante l’udienza preliminare.

Ammesse inoltre le costituzioni di parte civile di altri parenti delle vittime, che non lo avevano fatto nel corso dell’udienza preliminare, nonché delle associazioni Codacons, Confcomsumatori, Adusbef e Gepa (delle quali tre erano state dichiarate non ammissibili dal Gup). Rigettata invece la richiesta di citazione del responsabile civile avanzata nei confronti dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione); mentre è stata considerata fuori termine la richiesta dell’Adoc, presentata solo oggi, di costituirsi parte civile.

Alla sbarra ci sono i capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli; il capotreno sopravvissuto Nicola Lorizzo, e il dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato; i vertici di Ferrotramviaria, ovvero l’ex presidente e ad Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini (subentrata al primo dopo le dimissioni del dicembre 2013); il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; ancora altri sei dirigenti di Ferrotramviaria (Giulio Roselli, Vito Mastrodonato, Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, Tommaso Zonno, Giandonato Cassano e Antonio Galesi); e, poi, il direttore generale della divisione Tpl del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttori dell’Ustif (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione) di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). I reati – contestati a vario titolo – dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.Una diciottesima persona, Elena Molinaro, dirigente del ministero delle Infrastrutture, ha scelto l’abbreviato. Ferrotramviaria spa è imputata come persona giuridica e risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti.

Parti civili costituite nel processo sono ora la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu, Adusbef, Confconsumatori, Codacons, Anmil e Gepa, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti (ad eccezione di quanti hanno ritirato la costituzione dopo aver già ottenuto i risarcimenti danni dall’assicurazione). Mentre Regione Puglia, Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti sono stati citati come responsabili civili, cioè soggetti tenuti eventualmente al risarcimento del danno. Il processo riprenderà il 6 giugno, quando nell’aula bunker del carcere saranno sentiti i primi testi dell’accusa.

martedì 7 Maggio 2019

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