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Il consigliere Antonio Mazzone: «Applicare il “modello Pontevedra” a Ruvo di Puglia? Si può»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
​Nel centro antico si potrebbero attivare aree promiscue a traffico limitato, piste ciclabili solo in periferia. Maggiore accessibilità si potrebbe garantire su via Pertini, restringendo la carreggiata​
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Menos
coches, máis cidade
“, “Meno
automobili, più città”.

Lo slogan campeggia sulla copertina della
grande brochure, rigorosamente in carta riciclata, che il Concello de
Pontevedra
fa stampare per diffondere la conoscenza, tra residenti e stranieri,
del virtuoso modello urbano che, dal
1999, ha fatto rifiorire la città della Galizia, in Spagna.

Me la
mostra un entusiasta Antonio Mazzone, consigliere comunale di Sinistra Ruvese con delega alla promozione
di politiche ambientali, energetiche e dello sviluppo sostenibile, al suo
ritorno da Pontevedra dove, il 10 settembre scorso, ha incontrato Anabel Gulías, consigliera alla Promozione
della città, per approfondire alcuni aspetti del piano di mobilità sostenibile
cittadino.

«Ho
anche parlato della nostra esperienza – spiega Mazzone -, del progetto “Piedibus” e
dell’istituzione del piano sosta a pagamento per limitare la pressione
veicolare nel centro cittadino e per rendere Ruvo di Puglia una città più sostenibile: Gulías ritiene che questo sia
un buon inizio e che si debba procedere verso questa direzione affinando gli
strumenti».

Rilevanza
all’incontro è stata data dai media
locali, avvezzi all’attenzione che urbanisti e amministratori concentrano sulla
città galiziana, alla quale sono stati conferiti prestigiosi premi
internazionali per le buone pratiche di mobilità sostenibile (tra essi
Intermodes Bruxelles 2013; Center for Active Design New York 2015), assimilate da
altre città.

Ma
questi alcuni dati. A Pontevedra vivono 83mila persone, di cui 65mila si
concentrano nel nucleo antico. In tutta la città, i veicoli possono andare a
una velocità massima di 30 km/h. L’81%
degli studenti va a scuola a piedi; 67% in meno di emissione di anidride
carbonica; il 91% dei veicoli non entra nel nucleo antico e, per abbellire le
vie, sono state piantate 223 specie di essenze arboree.

«È stata un’esperienza molto positiva. Mi sono sentito padrone degli spazi, perché
Pontevedra è una città “a misura d’uomo” nel senso letterale
dell’espressione» prosegue Mazzone, il cui interesse per la città si è acuito
quando, nel 2017,se ne parlò a Ruvo di
Puglia nel convegno “Pianificare la mobilità sostenibile per cogliere
opportunità di sviluppo” durante la Settimana Europea della Mobilità
Sostenibile
. Da quel momento ha avuto il pallino di vedere coi propri occhi
il piccolo miracolo spagnolo.

Nella scoperta della città, si è fatto
accompagnare da Marcos, un “imprenditore culturale” che collabora con
l’amministrazione, nei punti in cui la “reforma” è evidente.

«A
Pontevedra “lo spazio pubblico è un diritto” e si tutela attraverso
la pedonalizzazione delle aree urbane», spiega il consigliere, che avrebbe voluto
incontrare anche il promotore della
reforma urbana“, il sindaco Miguel Anxo Fernández Lores. Eletto
ininterrottamente dal 1999, Lores, insieme alla sua squadra, ha deciso di
salvare la città dalla decadenza e dall’inquinamento. Molto deciso, fortemente
attaccato alla sua terra e salutista, Lores – che è un medico – ritiene che la
pedonalizzazione non solo sia vantaggiosa per l’ambiente, ma spinga le persone
a limitare l’uso delle auto e quindi a camminare, con tutti i benefici che ne
conseguono.

Lores e
i suoi si sono ispirati al modello della “città dei bambini”,
teorizzata dallo psicopedagogo italiano Franco Tonucci: uno spazio urbano
adatto ai più fragili è uno spazio che può essere vissuto da tutti con pienezza
e in sicurezza.

«Sin
dall’inizio del loro mandato, hanno adottato una politica di riappropriazione
della città, pedonalizzando, con costanza, piccole aree urbane. E all’inizio non è stato molto semplice, perché residenti e commercianti hanno protestato vigorosamente
per questa decisione. Ma Lores ha chiesto fiducia e quindi si è partiti dal
centro antico, pedonalizzando un’area percorsa da più di 20mila veicoli. Il
risultato? Lasciando la macchina a casa o nei parcheggi, le persone si
riabituavano a camminare, scoprendo o riscoprendo angoli, vie, monumenti;
inoltre si rinvigoriva il gusto di socializzare, di guardare con calma le
vetrine…ed ecco che il commercio, soprattutto quello di prossimità, rifioriva. A poco a poco, constatando i
vantaggi della pedonalizzazione, i residenti e i commercianti di altre zone
della città ne hanno chiesta l’estensione».

Nel
centro antico il traffico veicolare si è ridotto del 97%, nella
zona a ridosso dello stesso del 77% e in periferia del 53%: perché la
pedonalizzazione è chiesta anche nelle zone più esterne, che sono più soggette a
una marginalizzazione economica e sociale. E pedonalizzazione significa anche
rigenerazione urbana: infatti Mazzone ha visto molti cantieri, pubblici e
privati, attivi, dal momento che i proprietari di locali in disuso nelle
zone interessate dalla
reforma” hanno tutto l’interesse ad affittarli per uso abitativo o
commerciale. E le richieste sono numerose, tanto che si sta assistendo a una
crescita demografica nella città galiziana, vivace anche dal punto di vista
culturale. L’amministrazione, infatti, incoraggia e sostiene, anche
economicamente, i progetti, anche
sportivi, che contribuiscano a creare coesione e fermento sociale.

La
pedonalizzazione non esclude, tuttavia, il transito dei veicoli a motore che
devono sottostare ad alcuni limiti. «Il principio – spiega Mazzone – è che
l’automobilista è un ospite nella città e deve considerare la strada un’estensione del proprio salotto di casa».

Come è
regolamentato il traffico veicolare?

«Partiamo
dai parcheggi. Ce ne sono di due tipi. In periferia, cisono hub di 2000 posti auto gratuiti, tra
l’altro con piazzole dove poter consumare, all’ombra di alberi, i pasti, perché
ogni spazio a Pontevedra è a misura d’uomo. In città e nel centro antico è
possibile lasciare la propria auto nei parcheggi sotterranei ma a pagamento. Le
auto possono transitare a passo d’uomo solo in caso di necessità e possono
sostare per 15 minuti al massimo: non c’è alcuna differenza tra residenti e non
residenti. Inoltre, non è consentito attraversare la città, in auto, da una
periferia all’altra».

Mazzone,
a Pontevedra, ha anche compreso nella sua pienezza il concetto di
“accessibilità”: «Pontevedra è una città accessibile, dove tutti
possono muoversi agevolmente e in sicurezza. Restringendo la carreggiata,
ampliando i marciapiedi e annullando il dislivello tra i due spazi si consente
una fruizione sicura e libera dello spazio da parte di tutti: persone tra cui
diversamente abili; veicoli, anche pubblici. Ecco, possiamo parlare di “promiscuità
sostenibile”.Un altro strumento di
mobilità sostenibile sono i dissuasori dolci ogni 20 metri che, in un’area 20 –
zona dove procedere a 20 km/h – e collocati prima degli attraversamenti, costringono le auto a un ulteriore
rallentamento. Alla fine ci si chiede se valga la pena utilizzare l’auto».

Veniamo
a casa nostra. Si può importare il modello Pontevedra a Ruvo di Puglia, città
dove il 61% degli abitanti si muove in macchina per recarsi al lavoro?

«Nel
nostro Piano di Mobilità ciclistica e ciclopedonale (approvato all’unanimità in Consiglio comunale, ndr) abbiamo previsto aree a velocità limitata, le “aree
50” e le “aree 30” in cui si può procedere a velocità di 50 km/h
e 30km/h. Una volta attivate queste aree, si può autorizzare anche la
micromobilità elettrica, ossia l’utilizzo di monopattinielettrici; hoverboard; segway, monowheel così
come previsto dal decreto del Mit 229/2019. In tal modo si agevola la
promiscuità mobile: pedoni e veicoli transiterebbero in sicurezza nelle aree a
traffico limitato. Si potrebbe partire
dal centro antico per rivitalizzarne l’economia: non dimentichiamo che la sua
valorizzazione passa anche attraverso le azioni che gravitano intorno al Duc».

E, non a
caso, il quartier generale dell’associazione “Vivo a Ruvo”,
costituita per l’attivazione del Distretto Urbano del Commercio, si trova
proprio nel centro antico, in vico Modesti I. E proprio lì si diede avvio alla
fase di partecipazione popolare necessaria alla redazione del Pums, del Piano
Urbano di Mobilità Sostenibile.

Ma anche la periferia sarebbe interessata dal
“modello Pontevedra” per Mazzone. «In via
Pertini, che è diventata in effetti una strada urbana – ipotizza il consigliere
-, si potrebbe restringere la
carreggiata, aumentare gli attraversamenti protetti diminuendo il dislivello
tra manto stradale e marciapiedi che sarebbero ampliati e, all’occorrenza, prevedere limiti di
velocità in determinate fasce orarie».

Molti
ruvesi invocano lo sviluppo di piste ciclabili, sempre dopo una necessaria
ripavimentazione stradale…

«Tanti
ruvesi lamentano che in città non si possa andare in bicicletta. Allora, secondo
me, la promiscuità mobile è molto più sostenibile della diffusione delle piste
ciclabili che dovrebbero insistere solo nelle periferie e non in città, per
motivi logistici. Molti ritengono che andare in bici significhi essere
virtuosi. Senza dubbio, ma non dimentichiamo che ci sono coloro che fanno
cattivo uso delle biciclette, ponendo in essere comportamenti che mettono a
repentaglio la sicurezza propria e altrui».

E quando
sarà attivato il piedibus?

«A breve
sarà lanciato un bando di formazione destinato alle scuole. A questo proposito,
voglio aggiungere che a Pontevedra si è attivata una rete di operatori
commerciali, privati, associazioni che
protegge i bambini che vanno a scuola a piedi: se uno di loro dovesse perdersi,
sarebbe sufficiente rivolgersi a uno di questi “angeli custodi” che
si attiveranno per aiutare il ragazzino».

Intanto,
spiega Mazzone, il contatto con Pontevedra sarà costante. Spera che anche Ruvo
di Puglia imbocchi la strada intrapresa dalla comunità galiziana. Sarà un
processo lungo e difficoltoso, ma lui è fiducioso.

«Quello
che mi rincuora – conclude – è che al mio ritorno da Pontevedra, molti ruvesi
si sono dimostrati incuriositi per questa esperienza. Forse è un buon segno».

lunedì 23 Settembre 2019

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