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“Aldo Moro: la persona prima di tutto”, Gero Grassi dialoga coi ragazzi del “Tannoia”

La Redazione
L'incontro è avvenuto ieri, nella sede ruvese dell'Istituto. «Un'occasione importante per approfondire una delle pagine oscure della storia italiana​»​, scrivono dalla Scuola
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Ieri, Gero Grassi è stato ospite nella sede ruvese dell’Itet “P.A.M. Tannoia”, dove ha parlato dello statista Aldo Moro, del suo pensiero e della storia italiana di quel periodo con gli studenti delle classi quinte.

«Un’occasione importante per approfondire una delle pagine oscure della storia italiana. – scrive Isabella Anzelmo, docente del “Tannoia” -Un incontro che rientra nelle attivitàdel Curriculo di cittadinanza e Costituzione previsto dal nostro Istituto, come ha sottolineato la dirigente scolastica Nunzia Tarantini – evidenziando quanto sia fondamentale per gli studenti della quinta classe, che si apprestano a entrare nel vivo della vita sociale, approfondire la conoscenza di questi avvenimenti in una prospettiva lungimirante di una scuola che guarda al futuro.

Gero Grassi,impegnato da anni ormai nell’ambito dell’iniziativa promossa del Consiglio regionale della Puglia, incontra studenti delle scuole superiori pugliesi per avvicinarli alla figura di Moro delineandone lo spessore politico e intellettuale e facendo emergere il suo martirio laico, nel quale si evidenziarono le sue qualità di statista.

Studenti attenti e sensibili ai temi proposti hanno presentato le attività curriculari che li hanno visti impegnati in approfondimenti sulla figura di Aldo Moro come intellettuale e docente universitario prima; comemembrodella Commissione dei “Settantacinque” per redigere il testocostituzionale poi; fino agiungere al suo ruolo come statista di altissimo rilievo in un’Italia impegnata nel processo di ricostruzione dopo la dittatura fascista.

Colpito dalla prontezza e dalla vivacità con cui gli studenti hanno interagito nel dibattito,l’onorevole Grasso ha posto l’attenzione su alcuni nuclei essenziali del pensiero dello statista. « “La persona prima di tutto”, così esordiva il professor Moro nella sua prima lezione all’Università nel 1941, un’espressione che delineava tutto il suo impegno nella difesa dei diritti inalienabili cha appartengono a colui che è concepito, prima che al “cittadino” che si identifica nella persona che nasce. In questa differenza risiede la ragione dell’impegno politico di Moro in Italia e in Europa. Aveva colto anzitempo i temi che avrebbero caratterizzato il dibattito politico attuale: il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e la necessità di non dover scegliere tra l’Europa e il Mediterraneo perché, come affermava da Ministro degli Esteri già dal 1973,“L’Europa intera è nel Mediterrraneo”! Tali affermazioni appaiono attualissime: un Mediterraneo che ieri come oggi continua a sporcarsi di sangue di giovani che vedono sulle nostre terre una speranza. Messaggi di speranzae la fiducia nel futuro che hanno sempre caratterizzato la figura dello statista anche nei giorni più bui della prigionia, così come affermava nella sua ultima lettera alla moglie, il 5 maggio del 1978: “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo!”. La luce che guidava l’onorevole Moro era certamente quella della verità, non una verità dicibile, la verità rivoluzionaria, che cambia, che libera dal senso di oppressione che sprigiona valori etici e morali».

Pier Paolo Pasolini sulle colonne del Corriere della Sera, ben quattro anni prima dell’assassinio Moro, delineava il coraggio dell’intellettuale rispetto a una pratica politica debole, tracciava una flebile accusa alla classe politica italiana. “Lo so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi” Corriere della Sera, 14 novembre 1974.

Forse in questa ricerca della verità gli intellettuali e gli educatori hanno un ruolo fondamentale.Una scuola che ancora continua a parlare del Caso Moro è una scuola che affida ai giovani l’Italia che verrà e che vede voi giovani protagonisti». Questo l’auspicio e l’affettuoso augurio che si può lanciare a una comunità scolastica che legge il passato con attenta lucidità e prepara ad affrontare il futuro con impegno civile e sociale.

sabato 29 Febbraio 2020

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

“Periodo scuro”, afferma l'autore dell'articolo. Per chi, come me, ha vissuto in prima persona l'involuzione della società mondiale ed italiana in particolare, ed ha la sensibilità di non farsi trascinare dalla retorica, quel “periodo” era “annunciato”, e solo dei politici sprovveduti non ne avevano avuto sentore. Moro è vissuto inizialmente, come statista, in un momento a lui favorevole: era l'Italia della Rinascita, genuina, entusiasta, ingenua. La DC cominciò ad entrare in crisi dopo il '68, quando venne contestata tutta al filosofia di vita sociale precedente. Egli fu, al pari degli altri, spiazzato, nauseato poi dai suoi stessi amici di partito e dal mondo che li circondava, ma che non volle però, per debolezza, mai abbandonare. E tutto questo gli costò caro, soffrendo in silenzio.

Maria P.
Maria P.
4 anni fa

Grassi ha parlato di tutto tranne che dell'attualità, quella vera, la Costituzione minacciata da una legge che vorrebbe tagliare il Parlamento e dunque la rappresentazione dei cittadini, base della democrazia rappresentativa. Non si può difendere a parole la Costituzione e dimenticarsi di un istituto come il referendum costituzionale del prossimo 29 marzo. Non credo affatto che Aldo Moro avrebbe approvato.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Maria P., non bisogna confondere la qualità con la quantità: poche persone, ma buone, valgono molto di più di una pletora di incapaci. Moro, colla sua coraggiosa apertura a sinistra, aveva dimostrato che il volere di una sola persona, ha più spessore di quello di molte altre.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Maria P, non bisogna né idolatrare né criticare le persone, se non si conoscono bene…