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Dagli Alburni al Vallo di Diano, il Cilento è la culla fertile della storia

La Redazione
Tre punti di interesse da non perdere durante la permanenza nel Cilento: oltre al mare e alle prelibatezze culinarie vi attendono i luoghi che hanno ospitato i nostri antenati
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Migliaia di anni di storia in continua ricerca della giusta valorizzazione. Paestum, Velia, la Certosa di Padula, nel Cilento l’umanità ha trovato un perno importante sul quale arroccarsi e costruire un pezzo di vita che vale la pena assaporare fino in fondo. Vi elenchiamo tre tappe da non saltare durante la vostra permanenza in questi luoghi.

Paestum

Vicino ad hotel, villaggi e aree camping attrezzate, sorgono i templi e le radici della civiltà occidentale. L’area archeologica – riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nel 1988 – è un gioiello di rara bellezza nel quale è possibile camminare sulle vie che ospitarono riti pagani, culti, botteghe e le attività politiche. A breve distanza dall’area archeologica vi è il Museo, guidato dal giovanissimo archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel, innamorato di Paestum e della sua storia. Nel museo è possibile ammirare la splendida e iconica tomba del tuffatore. Attraverso il sito del Museo è possibile adottare un blocco delle mura di Paestum per difenderne la bellezza dall’usura del tempo.

Per informazioni: museopaestum.beniculturali.it

Velia

Il Parco del Cilento offre un’altra area interessata dai resti di un passaggio della civiltà greca: Elea. Fulcro delle antiche rotte commerciali tra Grecia ed Etruria, ospitò anche il pensiero dei filosofi della scuola eleatica: Parmenide, Zenone e Melisso. L’antica acropoli di Velia, dove oggi sorge una interessante fortificazione medioevale, ospita delle rappresentazioni teatrali molto suggestive all’aperto. Uno degli elementi di richiamo di questi scavi è la famosa Porta Rosa, unico esempio di arco greco del IV secolo.

Per ulteriori informazioni: velia.it

Certosa di Padula

La Certosa di San Lorenzo è il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa per magnificenza architettonica e copiosità di tesori artistici. I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 per volontà di Tommaso Sanseverino. Le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli, quando furono privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno e nel 1982 sono cominciati i lavori di restauro. La corte esterna è costituita da un grande cortile rettangolare intorno al quale erano ospitate buona parte delle attività produttive. L’originaria veste cinquecentesca, realizzata in pietra locale e rigidamente scandita dall’ordine dorico delle colonne binate, fu arricchita in epoca barocca con statue e pinnacoli. Il chiostro della Foresteria è composto da un portico con fontana al centro e da un loggiato dal quale si eleva la torre dell’orologio. Nella Cappella del Fondatore, collocata in un angolo del chiostro, si può ammirare l’altare in scagliola. La cucina, frutto di quella febbrile attività settecentesca che stravolse significativamente gli ambienti del monastero, era probabilmente un refettorio riadattato. Affreschi un po’ offuscati dal tempo e dai fumi della cucina decorano la volta a botte. Da ammirare i tavoli di lavoro in pietra e la cappa enorme al di sotto della quale è collocato, sui fuochi utilizzati di solito, l’antico bollitore. Il refettorio è una sala costruita nei primi decenni dei XVIII sec. di forma rettangolare. Il chiostro dei procuratori, è composto da un portico al piano terra e da un corridoio finestrato al piano superiore: qui erano gli alloggi dei procuratori, mentre in basso era situato il refettorio dei monaci conversi. Una fontana in pietra con delfino e animali marini si trova al centro dei chiostro. La Biblioteca, un vasto ambiente che conserva il pavimento maiolicato e le decorazioni del soffitto, custodiva decine di migliaia tra libri, codici miniati, manoscritti, di cui in Certosa resta oggi solo una piccolissima parte, circa duemila volumi. Varcata la soglia, ci si trova di fronte alla scala elicoidale che conduce dolcemente all’antisala della biblioteca. E’ una scala in pietra, raccordata unicamente da un cordolo ricavato negli stessi scalini, culminante in una balaustra anch’essa in pietra. Il chiostro grande, con i suoi quasi quindicimila metri quadrati di superficie, risulta essere tra i maggiori in Europa. La costruzione fu avviata nel 1583 rifacendo sostanzialmente un chiostro preesistente. Il Chiostro si sviluppa su due livelli ed al centro è collocata una bella fontana a forma di coppa, realizzata in pietra e datata al 1640.

Per ulteriori informazioni: beniculturali.it

Nei giorni 11-12-13-14 luglio è stato organizzato da un’agenzia di incoming cilentana un Cammino nel Parco del Cilento – Vallo di Diano e Alburni. Per info e prenotazioni: 338 527 0117 – Bartolo

giovedì 27 Giugno 2019

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