Spettacolo

Livio Minafra racconta il Talos festival: «Per me una presenza di lunga data»

Elena Albanese (riprese e montaggio di Francesco De Marinis)
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Livio Minafra racconta il Talos festival: «Per me una presenza di lunga data»
Dopo l'intervista al padre Pino, oggi ci racconta la kermesse il neo co-direttore artistico, che per l'edizione 2018 promette «cose innovative e bislacche» e assicura che «l'appetito vien mangiando»
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Dopo l’intervista a Pino Minafra sulla nascita e la storia del Talos festival, ne abbiamo parlato anche con Livio, suo figlio, musicista e compositore, da quest’anno ufficialmente co-direttore artistico della kermesse.

Aveva solo 11 anni nel 1993, quando tutto è nato, ma ancora ricorda le emozioni di quella prima edizione. E non si sbilancia su quella che potrebbe essere stata la più bella delle 25 già trascorse. «È un po’ come quando hai dei figli. Non c’è il tuo preferito, e se c’è non lo dici».

Ma, come si suol dire, forse il meglio deve ancora arrivare. Il 2018 si prospetta ricco di ospiti e appuntamenti, con il valore aggiunto della danza, i cui laboratori sono curati dalla compagnia Menhir di Giulio De Leo. Ed è un classico che non si conoscano i nomi degli artisti partecipanti. Chi viene al Talos sa già (in caso contrario lo scoprirà) che «vedrà delle cose innovative, bislacche, che lo affascineranno e che non comprenderà del tutto, ma che gli lasceranno delle emozioni. Sono emozioni lontane da quelle televisive, da quelle del pop, perché sono storie autobiografiche».

Provare per credere.

giovedì 30 Agosto 2018

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