Spettacolo

Rodolfo, il poeta del corpo

Raffaella Anna Dell'Aere
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Rodolfo
Nella quinta serata del Talos festival, il danzatore berlinese Piazza Pfitcher Da Silva dà vita alla performance a cura della Compagnia Menhir col maestro Vincenzo Mazzone e la "Percussion Ensemble"
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Rodolfo Piazza Pfitcher Da Silva e la sua poesia corporea, vulcanica e gelida, simbolica e metaforica, hanno regalato una preziosa chicca artistica, a cura della Compagnia Menhir, ieri pomeriggio nella quinta giornata del Talos Festival.

In perfetta simbiosi con la trama dei suoni delle percussioni del maestro Vincenzo Mazzone e la sua passionale e giovane band “Percussion Ensemble”, Rodolfo, l’artista berlinese «cresciuto in una famiglia di danzatori, con una madre danzatrice della grande coreografa berlinese Costanza Magras», ha espresso la sua arte del movimento, danzando su“Genesi2”, «un’opera musicale al limite con un’opera teatrale», come introduce il coreografo Giulio De Leo.

Una danza fuori dalle righe, quella del performer e freelance Rodolfo, fatta di corpo e sguardi mentre calca il pavimento pietroso della Pinacoteca, lentamente, ingessato nell’abito attillato, minimale e scuro. Un total black persino sugli occhi espressivi e surreali, in contrasto con la chiarissima carnagione che incornicia la plasticità del suo viso. Il suo sguardo ironico, giocoso e profondo è magnetico e si irradia fermo e silenzioso tra la platea, mentre il corpo vibra lentamente in parallelo con la terra su cui posa i suoi piedi, in un crescendo cosmico e musicale, che transita verso l’idea di un amplesso primordiale tra la Terra e l’Universo, nel parto della vita e la morte, il vuoto e il tutto.

La metafora della nascita, la vita e la morte è ben chiara, ben disegnata dalla perfezione teatrale di Rodolfo, il poeta del corpo, in una dialettica espressiva senza parole, ricamata dalla sua plasmabile fisicità. I rintocchi dell’orologio, il tempo che fluisce, le curve dei movimenti, sono suggellati in un’atmosfera surreale che trasporta il pubblico in impressioni settembrine cariche di energia e movenza.

Il sodalizio tra Musica e Danza trova sempre più, nel Talos Festival, un’alta forma espressiva e sinergica verso il parto dell’Arte che conduce l’essere umano ad accendersi emozionalmente per «fare quello che sei, fare quello che senti», come dice Pino Minafra.

giovedì 6 Settembre 2018

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