Spettacolo

Angelica Di Franco: «Faccio il lavoro più bello del mondo»

Elena Albanese
39 anni, ruvese doc, una carriera da cantante lirica chiusa «col botto» nel 2015 in Giappone. Oggi è Mismint, "vestita di menta", e scrive brani in cui traduce il suo «animo da rapper in melodia»
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Cantautrice, insegnante, librettista di opere inedite, pianista. Tutto ciò che ha a che fare con le sette note lei lo afferra, lo studia, lo plasma a sua immagine. Parliamo della «poliedrica» – come lei stessa si definisce – Angelica Di Franco, 39 anni, ruvese doc, laurea triennale in canto lirico e poi in musica vocale da camera al Conservatorio di Monopoli. Un percorso di studi e di carriera classico, dunque, che a un certo punto ha fatto virare verso il pop, «la mia vera strada». Un addio «col botto» nel 2015 come artista di coro in una turnèe in Giappone dell’opera “Pagliacci”, e oggi è Mismint, «con una sola s», ci tiene a precisare. «Un nome che non entra facilmente in mente. È una fusion tra il francese mise, indossare, e l’inglese mint, menta. Il significato è “vestita di menta” (e non signorina – da miss, ndr – Menta, come pensano tutti!). L’ho scelto proprio per il mio sarcasmo, per il mio modo di dire le cose – provoco e pungolo in continuazione –; ho l’animo del rapper che però traduco in melodia. Dico le cose in maniera molto cruda, a volte, però lo faccio con leggerezza. “Alla Gabbani”, il mio modo di scrivere è quello». E i messaggi lanciati – nonostante non siano immediati – arrivano a destinazione, recepiti specie dai più giovani: bambini e adolescenti.

La passione di Angelica nasce e si concretizza nella Rubis Canto, fucina di talenti del maestro Nicola Bucci, che le ha permesso di sperimentare con la voce i diversi generi musicali, dal rock al canto popolare. «Ho iniziato a scrivere delle cose – ci ha raccontato in una lunga intervista – e mi sono affacciata ai vari festival e concorsi, arrivando spesso in finale. Però purtroppo c’è quasi sempre il neo dell’età. Se arrivi fino ai 30 anni le etichette discografiche “un occhio” te lo danno, ma superato quel limite, ancor più dopo i 35, sei fuori».

L’abbiamo incontrata non a caso all’indomani dell’accesso alla fase finale del Premio Mia Martini di Scalea, in Calabria, dove nei prossimi giorni presenterà un nuovo inedito – ancora top secret – «con arrangiamenti elettronici, ma un testo molto delicato», con cui parteciperà a uno scontro radiofonico, prossimo passo per aggiudicarsi la posta in palio.

Obiettivo vittoria? «Oggi tutti cantano grazie a Maria De Filippi e alle trasmissioni televisive, per cui è veramente difficile; ma il mio interesse, la mia motivazione stanno nel farmi conoscere come artista». Angelica compone testi e musica dei suoi pezzi, e da circa cinque anni il suo arrangiatore è Fabrizio “Faco” Convertini, bassista di Renzo Rubino. «Siamo in simbiosi, non lo cambio con nessuno; e questo è fondamentale per un artista. L’arrangiamento è il vestito di un brano, per cui se ti mettono addosso un abito che non fa per te, puoi scrivere la canzone più bella del mondo, ma poi diventa inascoltabile!».

Oltre all’attività da cantautrice, continua a insegnare «da precaria» in un istituto ad Andria e opera nella scuola ruvese di arti musicali Bembè, «ma dal prossimo anno partirà un mio progetto», è la sua promessa.

«Un percorso sofferto», quello che si è scelta e che persegue con determinazione nonostante chi le dice che “con la musica non si campa”, «però quando c’è la passione non ci pensi. Io dico sempre che faccio il lavoro più bello del mondo, nel senso che mi diverto, per cui cosa c’è di più bello?».

martedì 3 Luglio 2018

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