Spettacolo

Talos internazionale, dal giocoso Sommer alla vivace Orchestra di Piazza Vittorio

Raffaella Anna Dell'Aere e Veronique Fracchiolla
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Talos festival 2019
L'introduzione del giornalista Ugo Sbisà: «Questo è un festival di Resistenza, che ci aiuta a resistere a questo nuovo basso Medio Evo»
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«Il
Talos è un festival di Resistenza, che ci aiuta a resistere a questo
nuovo basso Medio Evo».
Introduce cosi Ugo Sbisà nella prima serata internazionale, dopo aver raccontato del suo arrivo turbolento a Ruvo di Puglia per
essersi imbattuto, suo malgrado, in una scorribanda tra ragazzini intenti a dare la caccia alla fantomatica “Samara”.

Parlando delle radici che
il Talos alimenta e salvaguarda, il noto giornalista, con Pino
Minafra, passa la palla, senza indugiare, al batterista
settantacinquenne Günther “Baby” Sommer. Artista leggiadro e
potente, si rivela alla platea con le sue vigorose interpretazioni e
i giocosi vocalizzi, abbracciato alla sua batteria da cui fa
affiorare suoni e rumori da ogni angolo, incorniciato nella sua
plastica mimica interpretativa. Nel racconto di un aneddoto, rivela
al pubblico, con la sua cadenza tedesca e infantile: «Quando sono partito da casa, nel mio armadio ho trovato una “camicia”
con su scritto “Talos Festival 1995”. Sono passati 24 anni dalla
prima volta che sono stato qua, ma sono ritornato e voi siete ancora
qua».
E tra un caldo applauso e i ricordi lontani omaggia la città con il brano
“Stelline sopra di Ruvo di Puglia”

(Raffaella Anna Dell’Aere)

La
serata prosegue con la multietnica Orchestra di Piazza Vittorio,
già ospite del Talos nel 2012.

Il
repertorio world music, con omaggi alla musica swing e
leggera e brani tratti dagli album e dagli spettacoli teatrali
dell’ensemble fondato da Marco Tronco della Piccola Orchestra Avion
Travel, ha conquistato il pubblico una parte del quale si è
abbandonata a danze ai piedi del palco di Piazzetta Le Monache.

La
produzione dell’Orchestra, piccolo capolavoro di integrazione
etnica e culturale, è “anarchicamente” raffinata: si
fanno convivere generi differenti attraverso uno studio attento.

Si
sono ascoltati brani tratti da “Credo”, oratorio dedicato
al dialogo interreligioso; “L’Orchestra di Piazza Vittorio”,
il primo album; “Sona”; la canzone di Simon,il Gladiatore
tratta dallo spettacolo “Il giro del mondo in 80 minuti”
e contenuta nell’album “L’isola di legno” , dedicato al
viaggio della vita che acquista un senso se si entra in profonda
relazione con gli altri.

Tra
gli spettacoli teatrali, l’Orchestra di Piazza Vittorio ha
interpretato, secondo la propria sensibilità, la
“Carmen” di Bizet e “Il flauto magico” di
Mozart.

Simbolo
di integrazione, l’Orchestra – che prende il nome dalla
piazza dell’Esquilino, centro del melting pot a Roma, è
espressione della cultura che si trasforma in fonte di
sostentamento, di arricchimento e acquista un ruolo sociale
contribuendo a porre un argine alla devianza attraverso
l’attivazione di progetti formativi nelle scuole e nelle comunità
di immigrati; lo studio di repertori
di musica tradizionale dei Paesi di origine dei componenti e degli
allievi; la creazione e la produzione di opere musicali
e spettacoli teatrali. Un laboratorio di arte e integrazione.
Secondo lo spirito del Talos Festival.

(Veronique Fracchiolla)

sabato 7 Settembre 2019

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