Spettacolo

Talos Festival: Paolo Angeli, il cuore jazz della Sardegna

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
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"Talea"
​Un concerto, con la chitarra sarda preparata, che spazia tra i vari generi musicali - free jazz, noise music, folk, pop minimale - oltre ogni limite e senza limiti
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Un palco minimale a piazzetta Le Monache, circa 200 posti a sedere distanziati opportunamente, i varchi presidiati da Carabinieri e operatori della Ruvo Soccorso Anpas per la misurazione della temperatura: il Covid-19 ha “creato” una nuova scenografia per i concerti serali del Talos Festival 2020, sebbene non manchino i consueti giochi di luce.

Ieri sera, primo concerto serale, introdotto da Pierpaolo Lala, dal direttore artistico Pino Minafra con guida all’ascolto a cura del critico musicale Fabrizio Versienti.

Il pubblico, gli aficionados del “laboratorio” fondato quasi trent’anni fa da Pino Minafra che condivide, col figlio Livio, la direzione artistica, hanno ancora una volta assistito al connubio fra tradizione, sperimentazione anche audace, nel nome della “melodia, ricerca e follia”.

Dalla Gallura e dal resto del mondo, col suo bagaglio di radici al profumo di mirto e mare, Paolo Angeli si è esibito in solo nel concerto “Talea” con la sua chitarra sarda preparata, frutto del suo ingegno, del suo patrimonio culturale, dei suoi incontri con Giovanni Scanu, grande chitarrista di Luras, e dell’alto artigianato del Crom di Francesco Concas in collaborazione col falegname Romano Scanferla.

La chitarra sarda preparata, nata tra il 1993 e il 1996, è un ibrido tra la chitarra sarda adoperata nel cantu a chiterra nella Gallura e nel Logudoro e la chitarra preparata, dal timbro modificato inserendo vari oggetti su o tra le corde.

Quella di Angeli è uno strumento orchestra con 18 corde ed è un ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria – con martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Inserisce componenti di walkman e altri oggetti della quotidianità. E lui la suona come «un batterista».

Uno strumento di cui si innamorò il suo idolo, il chitarrista jazz Pat Metheny che nel 2003 si fece costruire da un’altra eccellenza artigiana, il maestro liutaio Giancarlo Stanzani da Bologna – da lui son passati Dalla, Sting e altri grandi nomi – una chitarra preparata (battezzata Paolo Angeli’s guitar) e dell’incontro impetuoso tra il maestro bolognese e il musicista statunitense che voleva modellare la chitarra preparata come la Gibson, Angeli ha dato un gustoso racconto.

Non mancano i ringraziamenti ai tecnici del suono a cui dedica pensieri affettuosi per il delicato momento che stanno attraversando per la riduzione degli spettacoli dal vivo, necessaria per il contenimento del Covid-19.

Angeli dona al pubblico una suite di brani tratti dall’album S’Û, come Vlora, il nome della nave da cui, nel 1991, sbarcarono disperati emigranti dall’Albania al porto di Bari; Blu di Prussia e un tradizionale Stabat Mater, cantato con morbida voce baritonale: il filo rosso la sofferenza, il dolore ma anche la speranza degli uomini.

Poi l’omaggio ai Radiohead (22.22 Free Radiohead), a testimoniare la curiosità nello spaziare tra i vari generi musicali (free jazz, noise music, folk, pop minimale), oltre ogni limite e senza limiti.

Come il mare che Angeli ama tanto.

sabato 10 Ottobre 2020

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