Spettacolo

Al Talos Festival la libertà dei due enfants terribles Antonello Salis e Simone Zanchini

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
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Antonello Salis e Simone Zanchini "Liberi" al Talos Festival 2020
Ieri, in piazzetta Le Monache. ​Il duo è animato dall'anelito ad andare oltre i limiti, dando vita a interpretazioni sofisticate in cui ogni nota è l'inizio di un percorso verso l'inesplorato
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Il sottile filo rosso di “Liberi”, il concerto-progetto del duo Salis-Zanchini, sono state le colonne sonore di grandi film, da “Colazione da Tiffany” a “Il buono, il brutto e il cattivo”, da Johnny Mercer e Henry Mancini a Ennio Morricone.

Una reinterpretazione e interpretazioni sofisticate, “folli”, ludiche e “jazz” in cui ogni nota è l’inizio di un percorso verso l’inesplorato.

Ieri sera, a piazzetta Le Monache, il secondo concerto serale del Talos Festival 2020 ha avuto per protagonisti due enfants terribles Antonello Salis, alla fisarmonica e pianoforte e Simone Zanchini, fisarmonicista con le sue interessanti sperimentazioni in live electronics.

Antonello Salis vive in simbiosi con la fisarmonica dall’età di 7 anni: fu uno strumento giocattolo regato dal nonno. Se ne innamorò, imparò a suonarla da audidatta, come anche il pianoforte e l’organo Hammond. Nato a Villamar, il paese dei murales, nel Sud della Sardegna, respira le culture che vengono dal mare, pur conservando intatto il nucleo delle proprie radici. Salis ha collaborato coi grandi nomi del jazz quali Enrico Rava, Pino Minafra (è stato ospite anche in altre edizioni del Talos), Pat Metheny, Paolo Fresu, Cecil Taylor.

Simone Zanchini, diploma in fisarmonica con lode al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, ha una solida formazione classica che gli consente di trovare nuova ispirazione nella musica contemporanea, acustica ed elettronica. Esempio è My Accordion’s Concept (Silta Records).

Zanchini ha collaborato con esponenti del jazz tra cui Javier Girotto, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, di casa al Talos Festival.

Zanchini ha omaggiato il violinista Secondo Casadei, zio di Raoul e autore di “Romagna mia” (CASADEI SECONDO me – Stradivarius). Nel 2016, con “Don’t try this anywhere” rende il trirbuto al sassofonista Michael Brecker e vince l’ “Orpheus Award 2016”.

Percorsi apparentemente diversi ma accomunati dalla curiosità, dall’anelito ad andare oltre i limiti, liberi.

domenica 11 Ottobre 2020

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