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Pasquale Panessa campione natural bodybuilding del Sud Italia

Giuseppe Tedone
L'atleta ruvese, ventiseienne, plurilaureato, compete nella categoria men physique. « Il fisico da fitness model è quello che quasi tutti gli uomini desiderano al giorno d'oggi​»
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Ci sono alcune storie di atleti ruvesi che non si conoscono molto bene. Quanti di voi conoscono il natural bodybuilding? Ci può essere qualcuno che sappia di cosa si tratta, ma molti altri non conoscono questa disciplina. Un nostro concittadino, Pasquale Panessa, si è laureato campione del Sud Italia, ottenendo anche la medaglia di bronzo al campionato nazionale, con la quale si è qualificato sia agli Europei, sia ai Mondiali.

Panessa, 26 anni, ha sempre nutrito un forte interesse per l’attività motoria e sportiva, in particolare per il ramo del fitness. Negli anni, l’interesse si è tramutato in passione, al punto che nel 2014 decide di iscriversi al corso di laurea triennale in Scienze delle attività motorie e sportive all’Università di Bari. Conseguita la laurea, nel 2017 affina meglio le conoscenze proseguendo gli studi. Lo scorso luglio si è laureato per la seconda volta, acquisendo il titolo di Dottore magistrale in Scienze e tecniche dello sport con votazione 110 e lode, presentando un lavoro di tesi sperimentale sull’ipertrofia muscolare (l’aumento della massa muscolare).

Vista la tua giovane età, cosa ti ha spinto a scegliere il ramo del fitness?

«La prima volta che ho messo piede in una palestra non avevo ancora 18 anni e come molti ragazzi di quell’età decisi di allenarmi con i pesi per aumentare il tono muscolare e sentirmi più a mio agio con il mio corpo. Fu così che, sotto la guida di vari istruttori, iniziai ad allenarmi ma, nonostante l’impegno e la costanza che ci mettevo, non riuscivo a ottenere i risultati sperati. Iniziai, quindi, a documentarmi, acquistando libri e riviste tematiche e navigando sul web. Raccattavo nozioni da ogni dove, per la serie: “Come scolpire l’addome?”, “Quali sono le fonti proteiche migliori?” e così via. Eppure, più leggevo e osservavo i “grandi” allenarsi in palestra e più il mio pensiero diventava confuso, finchè non mi resi conto che per capirci davvero qualcosa di sport è necessaria una formazione accademica di un certo livello, che solo il corso di laurea in Scienze motorie e sportive puó offrire. Così iniziai gli studi e tutto quello che venne dopo, esame dopo esame, laurea dopo laurea, non fu altro che un’escalation che mi portó ad avere le idee chiare sul mio futuro, ovvero aiutare le persone a raggiungere la forma fisica che hanno sempre sognato, permettendogli di raggiungere il benessere psico-fisico».

Parlaci un po’ del tuo sport.

«Lo sport che pratico è il natural body building, una disciplina che tramite l’allenamento con pesi e un’alimentazione specifica, escludendo l’utilizzo di sostanze dopanti, si pone come fine ultimo il cambiamento della composizione corporea, attraverso l’aumento della massa muscolare e la riduzione del grasso corporeo, mantenendo armonia e proporzioni del corpo».

Come si svolge una gara di natural body building?

«La prima cosa che un atleta deve fare per prepararsi ad affrontare una gara di natural body building è scegliere in quale categoria competere. Esistono infatti diverse categorie, le cui differenze riguardano innanzitutto il tipo di fisico che viene esibito e di conseguenza i criteri di giudizio. Quando si sale sul palco per gareggiare, si esibisce il proprio fisico dinanzi a giudici esperti che ne valutano la struttura, il volume muscolare, la proporzioni fra i distretti corporei, la qualità, intesa come livello di massa grassa (in gergo “tiraggio”), portamento e, come nel caso della categoria in cui competo, look complessivo. Alla fine, assegnano un punteggio a ciascun atleta, per poi formulare una classifica e procedere con la premiazione».

In quale categoria competi?

«Quando si parla di body building, chi non è pratico, pensa sempre all’omone con muscoli esagerati e slippino. Come potete vedere osservando la mia foto, le due differenze sostanziali che saltano subito all’occhio sono il volume muscolare che è meno esagerato e il fatto di indossare un costume da surf anziché lo slippino. La categoria in cui competo si chiama men physique o fitness model ed è più legata all’estetica. Per essere più chiaro, lo standard che i giudici hanno in mente per valutare un atleta è il surfista californiano (da qui il costume a taglio lungo) muscoloso (ma non troppo), con una accentuata forma a v del corpo (v shape), quindi clavicola larga, vita stretta, soprattutto in visione laterale, ottimo sviluppo di petto, spalle, braccia e addome, schiena non eccessivamente ipertrofica, definizione accentuata e bellezza e cura del viso importantissime».

Perché hai scelto di gareggiare nella categoria men physique?

«Per decidere in quale categoria gareggiare, il competitor deve necessariamente considerare le proprie caratteristiche strutturali e capire come esprimere al meglio il proprio potenziale. Nel mio caso, oltre a considerare questi fattori, la scelta è ricaduta sul men physique anche per altre ragioni. Il fisico da fitness model è quello che quasi tutti gli uomini desiderano al giorno d’oggi. La mia premura è stata, dunque, quella di costruire un corpo che rappresenti un punto di riferimento per chi mi osserva e che allo stesso tempo trasmetta l’idea di benessere interiore, che è la base su cui poggia la mia idea di fitness (i percorsi estremi e che deteriorano la mente e il corpo non fanno parte del mio modo di operare)».

Perché hai scelto di gareggiare?

«Quando vi ho parlato di formazione accademica e conoscenze e avevo tralasciato la cosa più importante, le competenze. Tra il dire (conoscenze) e il fare (competenze) c’è di mezzo il mare. È risaputo che oggi come oggi di laureati è pieno il mondo, ma siete sicuri che quando avete di fronte un laureato, questo sia competente? È precisamente questo il motivo per cui ho deciso di gareggiare. Preparare il corpo a una gara di natural body building non è la stessa cosa che prepararsi alla prova costume. Salire sul palco significa alzare il livello dell’asticella al massimo. Quindi è indispensabile essere in possesso di competenze più avanzate, saper personalizzare le variabili dell’allenamento e dell’alimentazione facendole calzare a pennello sulla persona, limitando quanto più possibile gli errori. In sintesi, quando sei in grado di preparare il corpo ad una gara di body building natural sei in grado di soddisfare qualsiasi obiettivo di fitness che il cliente ricerca, come a dire, se sei in grado di suonare un pianoforte a occhi chiusi, farlo a occhi aperti sará un gioco da ragazzi».

Prima hai parlato di alimentazione specifica, puoi spiegare meglio come gestire l’alimentazione un men physique?

«Seguo un’alimentazione specifica ma genuina, varia, gustosa, sostenibile nel tempo, che mi permette di gestire il percorso intrapreso con serenità. Mi avvalgo di un nutrizionista altamente competente, il dottor Luigi Valerio Ciccolella, che mi segue da quando è iniziata la mia preparazione alle gare. Lui tiene conto delle mie esigenze temporali, economiche e gustative».

Ci sono differenze tra la tua preparazione e quella delle donne?

«L’allenamento delle donne va strutturato considerando che il gentil sesso ha una differente espressione ormonale. Bisogna dare maggiore priorità allo sviluppo di addome gambe e glutei per preservare una silhouette femminile».

Quali sono stati i tuoi riscontri nelle gare?

«Questo è stato il mio primo anno di gare e ho partecipato prima al campionato del Sud Italia NBFI (natural body building & fitness Italy), disputatosi a Taranto lo scorso 7 settembre, classificandomi primo e guadagnando l’accesso all’11º Campionato Nazionale NBFI del 5 ottobre, dove, oltre a difendere il titolo di campione men physique del Sud Italia, ho anche conquistato il bronzo valido per l’accesso al Campionato Europeo INBA/PNBA (International Body Building Association/ Professional Natural Body Building Association) che si è svolto lo scorso 26 ottobre a Bucarest e a cui ho deciso di non partecipare perché non ho voluto peccare di presunzione e ritengo che ogni cosa abbia il suo tempo. Tuttavia, ho già cominciato la preparazione alla prossima stagione agonistica subito dopo il campionato nazionale, con due mesi di anticipo rispetto allo scorso anno».

In che modo, nel natural body building, si combatte il doping?

«Quando ho deciso di intraprendere questo percorso, ho scelto la federazione di natural bodybuilding più prestigiosa, l’AsdNBFI – Natural Body Building & Fitness Italy.

Vi narro la mia esperienza al Grand Prix del Sud Italia. Dopo la premiazione, il presentatore al microfono annunció che sarei stato sottoposto al test anti-doping. Sceso dal palco, un addetto mi condusse dagli operatori che mi sottoposero alla procedura. Da quel momento in poi non potevo avere contatti con l’esterno, non potevo interagire con nessuno mediante cellulare.

Il test durò circa un’ora, tra parte pratica e burocratica e fu una procedura molto meticolosa.

domenica 17 Novembre 2019

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