Calcio

Usd Ruvese: racconti tra sospensione del campionato e pensieri sul Coronavirus

Giuseppe Tedone
Sono stati contattati sei giocatori nerazzurri che hanno rilasciato delle dichiarazioni sul momento critico che stiamo vivendo e non solo, con l'augurio che si possa scendere in campo con serenità​
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Il campionato di calcio di seconda categoria è stato sospeso a seguito del dpcm dello scorso 25 ottobre.

Nello stesso giorno si è disputata la seconda e ultima giornata del 2020, dato che la Lega Nazionale Dilettanti ha deciso che i campionati regionali riprenderanno il 10 gennaio 2021, mentre dal 3 al 6 gennaio verranno recuperate le gare rinviate.

Abbiamo intervistato alcuni giocatori dell’Usd Ruvese, i quali hanno rilasciato dichiarazioni sulla decisione della sospensione del campionato e sul brutto periodo che stiamo vivendo causa Covid-19.

«Non stiamo vivendo una situazione semplice – dichiara il portiere Pietro Lampedecchia-. Siamo stati tutti d’accordo con la sospensione delle attività, almeno nel calcio dilettantistico, visto che non è semplice capire se ognuno di noi poteva contrarre o meno il virus, considerato che non siamo sottoposti a tantissimi controlli: la decisione presa è per salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri familiari.

Non nego che sia un peccato aver iniziato la stagione in questo modo, ma ci è stato comunicato che l’attività riprenderà il 10 gennaio, sempre tenendo conto dell’evolversi della situazione epidemiologica. Essendo uno dei veterani della squadra, cercherò insieme ai miei compagni di squadra e al mister Damiano Giangaspero, di onorare sino alla fine questa nuova stagione sportiva.

Sono rimasto un po’ deluso per il commento di un consigliere comunale (Piero Paparella di Fratelli d’Italia, ndr): affermava che a Ruvo di Puglia non è presente una squadra di calcio a 11. Ci tengo a ribadire che sono tre anni che l’Usd Ruvese rappresenta la propria città nei campionati dilettantistici. Stiamo facendo enormi sacrifici per portare avanti questa squadra. Concludo invitando i ruvesi allo stadio e a sostenerci, non appena la situazione tornerà alla normalità».

«Quella che stiamo vivendo è una situazione più grande di noi – dichiara l’attaccante Roberto Pellegrini -, difficile da affrontare e sconfiggere, ma non impossibile.

Quando tutto sembrava un po’ alleggerito, il Covid è ritornato nelle nostre vite, più forte di prima. A farne le spese, come tanti settori, è stato ovviamente anche il calcio, soprattutto quello dilettantistico.

Mi manca giocare a calcio, il profumo dell’erba. Persino il cattivo odore della maglietta sudata o dello spogliatoio.

Mi manca il goal, la tensione nel vedere il mister leggere la formazione. Mi manca “il Signore vale per tutti…” dell’arbitro.

Mi manca l’abbraccio dei miei compagni dopo un gol e le loro parolacce un minuto dopo per un passaggio sbagliato. Mi manca il mister che si arrabbia perché ho sbagliato la marcatura o, peggio, un gol a porta vuota.

Mi manca il “vaffa” dei tifosi avversari. Un po’ meno quello dei miei.

E poi c’è qualcosa che non mi manca affatto.

Non mi manca quel codardo che picchia, sbucando da una porta nel tunnel degli spogliatoi; quel giudice sportivo col panciotto che gode nel confermare le squalifiche ingiuste e condanna, condanna, condanna. L’under che deve giocare perché ha 18 anni e non perché è forte.

Non mi manca il politicante del pallone che dice sì a tutti per garantirsi l’ennesima rielezione. Il pallone, anche se poi è sempre troppo gonfio o troppo sgonfi.

Mi manca e non mi manca. Proprio come quando a 5 anni facevo la raccolta delle figurine Panini. Quando avevo tre anni: è proprio da allora che io amo il calcio. Toglietemi tutto ma non il mio calcio. Il calcio e lo sport in generale sono i migliori antistress al mondo. La natura del gioco stesso nasce come forma di eliminazione della tensione e rafforza i legami sociali. Il calcio è vita per me.

In questo ultimo periodo, però,visto l’aumento dei contagi e dei ricoveri, uno solo deve essere l’obiettivoche ci dobbiamo porre: quello di salvaguardare la salute evitando il propagarsi del virus.

Appena sarà possibile, ridateci la palla. Non vedo l’ora».

«Periodo molto complicato da affrontare in tutti gli ambiti e anche fondamentalmente in quello sportivo – afferma il difensore e capitano Vincenzo La Fortezza-, perché era già iniziata la nuova stagione sportiva e vi era già organizzazione in tutto.

Ovviamente è stato un blocco necessario che mette però in difficoltà circa la preparazione atletica da mantenere. Stiamo cercando con lo staff un programma individuale utile per garantirci la forma fisica per un’eventuale ripartenza. Importante è uscire da questa situazione al più presto e voglio fare un appello per sensibilizzare l’uso della mascherina e a evitare assembramenti per tornare quanto prima a una parvenza di normalità».

«A proposito della sospensione del campionato penso sia una decisione tutto sommato giusta – dichiara il centrocampista Vincenzo Mastrorilli -, considerato che i contagi sono cresciuti in maniera esponenziale e la situazione è sfuggita di mano.

Questa notizia da noi in squadra è stata accolta con moltissimo dispiacere perché ci è stata tolta una passione ma anche la possibilità di allenarci e ritrovarci come amici, perché ormai la gran parte di noi si conosce da tre anni e i nuovi si stavano integrando benissimo.

La situazione è complicatissima e sicuramente ci segnerà negli anni a venire. Credo che ci stia insegnando come le cose che davamo per scontate in passato in realtà erano bellissime da fare anche nella loro banalità o routine. Speriamo di uscirne presto, ma dobbiamo essere pronti a stringere i denti ancora per un po’ di tempo».

«Il periodo che stiamo vivendo non è affatto facile per noi e per alcuno – afferma il centrocampista Costantino Carrara-. Secondo me è stata giusta la scelta di ridurre il numero di spettatori in modo tale da garantire la distanza tra i tifosi, ma sbagliata quella di bloccare del tutto i campionati dilettantistici, perché pratichiamo lo stesso identico sport dei professionisti con la sola differenza che loro sono più controllati.

Comunque, come è già successo, ci sono stati casi di tamponi non veritieri o giocatori positivi che sono scesi in campo senza ancora aver ricevuto l’esito del tampone che poi si è anche rivelato essere positivo. Quindi, da questo punto di vista, siamo uguali, siamo esseri umani come loro, corriamo gli stessi rischi e siamo consapevoli a cosa andiamo incontro.

Con questo ulteriore blocco ci hanno un po’ distrutto a livello mentale perché non è stato facile ricominciare dopo cinque mesi e dopo poco ritrovarsi al punto di partenza. La forza per ripartire dev’essere più mentale che fisica».

«La scelta della sospensione del campionato era nell’aria – dichiara il centrocampista Dario Mezzina – ed è stato surreale giocare l’ultima partita di campionato, sapendo che ci sarebbe stato un lungo periodo di sosta.

La cosa peggiore è non sapere quando potremo tornare ad allenarci e a disputare partite, anche se da questo punto di vista la Lnd ha dichiarato la ripresa delle attività agli inizi di gennaio. Nel frattempo, proviamo a mantenere un tono muscolare con allenamenti individuali che il nostro staff ha messo a punto.

Ci rendiamo conto, comunque, che siamo una goccia in un oceano perché ci sono settori colpiti molto duramente da questa seconda ondata del virus. Dal canto nostro non possiamo che augurare una pronta e definitiva ripresa a tutti con l’auspicio che il tanto bramato vaccino possa risultare decisivo nella lotta contro il virus» .

martedì 17 Novembre 2020

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