Politica

Mario Albrizio: «Voglio contribuire al rinnovamento del Paese»

Francesca Elicio
Il candidato alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle spiega le motivazioni e il percorso umano e politico che l'hanno portato alla scelta: «Nessuno può mettere in discussione la mia passione civile​»
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Si è conclusa lo scorso 17 gennaio la due giorni dedicata alle votazioni online dei candidati del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni politiche. Tra gli oltre 500 aspiranti parlamentari pugliesi, i ruvesi sono tre: si tratta di Mario Albrizio e Biagio Di Vittorio per il Senato e di Gerardo Lovero per la Camera. Gli abbiamo chiesto di raccontarci il percorso e le motivazioni che li hanno spinti a fare questo passo. Due di loro hanno preferito non rilasciare dichiarazioni o attendere ancora un po’.

Ma Mario Albrizio ha risposto alle nostre domande. «Le motivazioni sono tante e afferiscono al mio percorso di vita, di cultura e di studi. Sicuramente, c’è di fondo la possibilità di fare qualcosa per il Paese, visto che parliamo del Senato, e per il territorio che ti elegge e che, per ovvie ragioni, si tiene più in considerazione. Ma forse tra tutte la motivazione principale è quella di contribuire al rinnovamento del Paese: un Paese bloccato perché il Governo è in mano a interessi consolidati e incapaci di cambiamento – ci ha spiegato –. Si è creato un circolo vizioso che si deve rompere e lo può rompere solo una forza non compromessa. Da qui la mia scelta di dare disponibilità alla candidatura al Movimento 5 Stelle: non l’avrei fatto per nessun altro partito o movimento».

Albrizio racconta di essere stato tra i primi in Italia ad aderire al Movimento e il primo in assoluto a Ruvo di Puglia. Contrasti con i gruppi lo hanno allontanato, ma poi ha deciso di tornare e cogliere in pieno a questa opportunità. «Ero lontanissimo dall’idea di candidarmi fino a quando non ho sentito l’appello di Luigi Di Maio alla società civile: il Movimento è abbastanza maturo e forte, però ha ancora un’immagine ristretta ai soli membri simpatizzanti. È necessario aprirsi alla società per ottenere consensi. La scelta di Di Maio è stata perfetta; poteva essere però eletto in un modo più democratico. È importante parlare a persone che da un lato siano nell’ottica del Movimento, dall’altro capaci, per competenze e stima pubblica, di parlare a una platea più ampia. La stragrande maggioranza non ne può più della situazione in Italia, eppure solo il 30% circa ha votato Movimento 5 Stelle; evidentemente c’è un problema di comunicazione e il Movimento viene percepito a volte come eccessivamente caratterizzato, probabilmente a causa della minoranza chiassosa che all’esterno viene strumentalizzata come sua rappresentante. Il Movimento in realtà è rappresentato da migliaia di attivisti ragionevoli e devoti al cambiamento, che non agiscono per interesse personale; è costituito da milioni di elettori che sicuramente non sono fanatici ma che amano la tranquillità e vogliono avere una prospettiva di speranza. Sicuramente bisogna parlare con altri milioni di italiani che non sono dentro il Movimento, né lo votano. Se gli italiani continuano a scegliere sedicenti sinistre e destre con riverniciature varie, probabilmente ci aspetta un calvario ancora molto lungo. Ma sono ottimista e penso sia il momento giusto per iniziare un cambiamento necessario e strutturale che duri nel tempo».

Albrizio ci tiene a precisare che ha semplicemente dato la disponibilità a candidarsi. «Non mi interessa avere la poltrona in Parlamento, mi interessa avere la possibilità di confrontarmi a viso aperto con coloro che hanno la responsabilità del fallimento, della decadenza del nostro territorio negli ultimi decenni. Non a caso siamo nello stesso collegio di due senatori uscenti, Azzollini e Perrone, che devono dare qualche spiegazione al territorio. Se fossi eletto con i voti della mia sola città, per quanto la ami, non mi riterrei soddisfatto. Ho chiesto il collegio uninominale perché è un collegio che conosco molto bene, poiché negli ultimi anni ho studiato a fondo le sue tematiche industriali, commerciali e via dicendo, e anche la problematica fondamentale degli ospedali. Siamo privi di un ospedale di primo livello, siamo realmente a rischio sanitario ingiustificatamente e contro ciò che dice la Costituzione. Questo è un tema in cima alla mia agenda. Ciò che posso dare io è incentrato in primo luogo su questo tema. È intollerabile che un’emergenza sanitaria da noi diventi tragica. E questo vale ovviamente anche per tutti gli altri settori; siamo indietro e penalizzati, pur avendo a disposizione risorse significative».

Un pensiero lo rivolge agli altri candidati: «A loro non ho nulla da dire, se non fargli un grosso in bocca al lupo e spero che possano portare una ventata di cambiamento nel loro collegio elettorale e nel Paese».

Non manca anche un momento di riflessione personale: «Cosa pensano gli altri di me? Credo che pensino bene, salvo qualche carattere più isterico. Il Movimento a Ruvo l’ho portato io insieme ad altri amici, essere attivisti non è una cosa che si misura: tutti conoscono quello che io ho fatto in questi anni, come la difesa della piazza e della legalità; ho costretto il Pd a cercare un candidato esterno e credibile. Siamo in un Paese libero, faccio tesoro delle critiche, se ragionate, e ne approfitto per migliorare. La critica è una cosa, i commenti isterici o gli insulti sono altro. Però nessuno può mettere in discussione la mia passione civile, il mio attivismo e l’assoluta dedizione per la quale ho rinunciato a diverse occasioni e opportunità, pur di mantenere la mia indipendenza. I cittadini mi conoscono e quelli che non mi conoscono spero possano conoscermi meglio».

venerdì 19 Gennaio 2018

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