Ieri sera, il sindaco Pasquale Chieco ha chiesto scusa alle tante persone anziane che hanno atteso per molte ore, anche al freddo e sotto la pioggia, il proprio turno di vaccinazione all'hub nel Palazzetto dello Sport, in via Volta, chiuso alle 2.20 del mattino.
Quello che segue è il racconto di una nostra lettrice sulle "peripezie" affrontate ieri dalla propria madre: il suo auspicio è quello di sollecitare le Istituzioni a risolvere le criticità che minano la macchina organizzativa delle vaccinazioni antiCovid, a Ruvo di Puglia.
Ma questo è anche il racconto dell'abnegazione dei medici e infermieri della Asl Bari presenti e dei volontari della Pubblica Assistenza Ruvo Soccorso.
«Ieri mia madre – scrive – doveva vaccinarsi come da prenotazione effettuata tramite farmacia alle 18.10. Io, come accompagnatrice, vado alle 16.30 al centro per informarmi sulla procedura: si rispetta l'orario di prenotazione o si entra in ordine d'arrivo?
Un volontario mi informa che in quel momento stavano chiamando le persone con prenotazione alle 13.30.
Ritorno a casa e riferisco a mia madre che non occorre andare in anticipo perché la situazione è critica.
Così aspettiamo le 18.
Questa volta mia madre viene con me e scopriamo che all'hub sono in ritardo micidiale perchè alle 18 facevano entrare i prenotati delle 16.30.
Quello che è più allucinante è venire a sapere che anche se fanno entrare i prenotati delle 16.30, gli operatori stanno vaccinando i prenotati alle 13.30.
Torniamo a casa: era inutile aspettare in coda. Prevediamo un'attesa di due ore.
Alle 20, riaccompagno mia madre all'hub. Questa volta decidiamo di aspettare: lei attende in auto, mentre io mi metto in coda. Finalmente, alle 20.40, fanno entrare il gruppo che ha prenotazione alle 18.10.
Noi felici perché credevamo che nel giro di poco tempo saremmo ritornate a casa invece è da questo momento che inizia il calvario.
Fanno accomodare mia madre, con tutte le altre persone anziane, su sedie al di là delle postazioni vaccinali, distanziate con le mascherine. Noi accompagnatori siamo pregati di stare fuori dal Palazzetto e ci fanno uscire dal retro.
Siamo fuori ma riusciamo comunque a vedere i nostri cari e a sentire la voce di qualcuno che ogni tanto chiama per cognome e nome.
Ore 23.30: i volontari chiedono al gruppo delle 18.10 di accomodarsi sulle sedie vicine alle postazioni vaccinali: sarann chiamati per effettuare l'anamnesi (la valutazione del quadro clinico da parte dei medici presenti).
Ci rincuoriamo con gli altri famigliari in attesa e ci facciamo forza dicendoci tra noi "Dai ora toccherà ai nostri cari. Fa freddo, l'attesa, la stanchezza si fa sentire: sono più di sei ore che stiamo in piedi e sotto la pioggia che, per fortuna, ora ci dà tregua, ma resistiamo.
Sono le 00.15 e mia madre mi chiama al cellulare e mi esorta ad andare da lei: un medico le sta dicendo qualcosa di importante e lei non riesce a comprendere.
Corro da lei, c'è una calca di persone anziane attorno alla povera dottoressa stremata che, dalle 8 del mattino è lì a lavorare affinché questo incubo finisca.
A malapena riesco a sentire quello che dice ma è così gentile che lo ripete più volte: le dosi di vaccino Pfizer sono terminate e sono rimaste solo quelle di Astrazeneca. Questo significa che a coloro a cui non può essere inoculato questo vaccino per la presenza di patologie deve ritornare domenica mattina ma non può comunque andare via se non dopo l'anamnesi fatta dal medico lì presente: in caso contrario, perderebbe la prenotazione.
Stiamo vivendo un incubo: nonostante la distanza, l'aria è satura delle tante presenze che si sono susseguite sin dal mattino.
Finalmente, alle 00.30 il volontario chiama mia madre: aspettiamo ancora che il primo medico che si liberi possa ascoltarci. Alle 00.40 parliamo con la dottoressa gentilissima che ci ascolta e ci informa che mia madra dovrà ritornare domenica mattina perché le dosi del vaccino che lei può ricevere sono terminate.
Morale del favola? Abbiamo aspettato 7 ore e mia madre non ha fatto il vaccino.
Disorganizzazione, Disorganizzazione.
Spero che dopo tutte queste ore passate nel Palazzetto, con tante persone, non si verifichino contagi e auspico che il responsabile di tale insuccesso paghi.
Sarebbe bastato non consentire la prenotazione a un numero elevato di persone, vista l'insufficienza di personale medico e di vaccini. Magari sarebbe stato possibile affidare al proprio medico curante l'anamnesi.
In tutto questo volevo lodare tutti i volontari e gli operatori sanitari per il loro grandissimo contributo e lavoro.
Sono stati tutti gentili e dispiaciuti della situazione che si è creata: hanno fatto tutto il possibile per alleviare i disagi».
La cosa che lascia sgomenti è il pressappochismo con cui si sta gestendo ogni cosa. Possibile che manchi in maniera così macroscopica un coordinamento tra le diverse funzioni dell’apparato vaccinatorio? Basterebbe un minimo raziocinio, quello che chiunque impiegherebbe, come verificare a priori che le dosi presenti bastino per tutti i prenotati, limitare gli scaglioni dei vaccinandi, garantire tempi e luoghi di attesa ragionevoli…
Nn si può fare assembramenti è poi facciamo assembramenti qui per vaccinarsi…mah
Dilettanti allo sbaraglio. Hanno tolto Lopalco e messo uno della Protezione Civile ma per ora cambia poco.
Ieri è stato vergognoso assistere a questo scempio. Anziani quasi tutti con patologie anche serie hanno dovuto vivere questa situazione col rischio pure di ammalarsi sia per il freddo che faceva sia per gli assembramenti che c'erano. Dovete cambiare il criterio organizzativo perché è ovvio che Pfizer finisce e resta Astrazeneca. E comunque devo riprenotare il vaccino adesso perché noi ce ne siamo andati via alle 9. Non si poteva più stare dopo 5 ore di attesa.
certo che è una cosa da morire dal ridere … per questo io dico ai giovani andate via dall'Italia, andate altrove, ci sono grandi democrazie in tutto il mondo, grandi civiltà, non è indispensabile rimanere qui appresso a quattro mentecatti … andate … andate … magari tornate qui per le vacanze, ma vivete la vostra vita in luoghi in cui ne valga la pena.
Gli hub dunque come centri diffusione del virus?
I vaccini non bastano (non hanno capito che AstraZeneca non lo vuole ormai più nessuno iniettandolo solo ai disinformati), il personale insufficiente. Tutto prevedibile ma niente, sono riusciti in questo scempio organizzativo.
Non mi stancherò di dirlo: al problema della gestione si aggiunge il silenzio dei partiti di opposizione.
Dalla foto mi pare che il distanziamento sia obbligatorio solo per strada e all'aperto, dove non serve. Qui dentro invece tutti a stretto contatto.