Cultura

Genius Luci e la città

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Luci d'Artista 2019 © RuvoLive.it
​Stupore, meraviglia, anche scetticismo e perplessità, hanno animato chi è stato presente all'inaugurazione della quarta edizione di Luci e Suoni d'Artista, lo scorso 7 dicembre. Il racconto​
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Stupore, meraviglia, anche scetticismo e perplessità. Queste le sensazioni, le emozioni di chi è stato presente all’inaugurazione di “Genius Luci”, la quarta edizione di Luci e Suoni d’Artista lo scorso 7 dicembre a Ruvo di Puglia. Macchine acchiappasogni, giganteschi proiettori, parlanti macchine di legno adornate di colorate lampadine e vagamente ispirate ai disegni tecnologici di Leonardo da Vinci e alla ludicità del designer e pittore Bruno Munari, uno degli esponenti dell’arte cinetica e creatore delle macchine inutili.

Una dimensione ludica, gioiosamente vissuta dai più piccoli e con curiosità dai più grandi che vi si accostavano e questa: fra tutte le edizioni è la più interattiva, perché frutto di arte e design, tecnologia e manifattura digitale che consente un dialogo tra uomo e oggetto. Ed è l’edizione del patrimonio immateriale della città, quello che comprende le storie del passato, il presente, le aspirazioni, i sogni di una comunità. Sotto una macchina, è possibile ascoltare le voci dei Maestri che narrano di artisti, di sognatori; accomodandosi su una seduta in legno si possono ascoltare conversazioni, narrazioni, rumori e musiche mentre su uno schermo scorrono immagini e foto nate dai laboratori partecipati di videoanimazione e di fotografia condotti rispettivamente da Beatrice Mazzone e dall’associazione Màdö (Donato Anselmi, Angelo Di Gioia, Domenico Mastandrea e Marco Volpe). In alcune macchine si ha una visione franta e caleidoscopica di sé. E poi c’è l’omaggio ai ruvesi con l’installazione del “Vitruvese”, ironico omaggio, con persone che vivono a Ruvo di Puglia, all’Uomo vitruviano di Leonardo, l’uomo artefice del proprio destino e misura di tutte le cose.

La girandola può essere considerata il simbolo di questa edizione. Disseminata per le vie del centro antico ruvese, svettante in Piazza Matteotti e su macchine acchiappasogni, tra fiori scarlatti creati a mano con lampadine led. La girandola è simbolo della leggerezza del sogno e della capacità di guardare oltre gli orizzonti. Al tempo stesso, essendo fissata da un perno, è simbolo di stabilità, quella che viene dall’attaccamento alle proprie radici, al luogo dove si è nati e cresciuti e da cui non ci si allontana mai, anche se distanti tante miglia. Sogno e realtà che possono dare vita a progetti da realizzare anche laddove ciò sembra impossibile e in questo, forse, consiste la genialità: vedere quello che gli altri ancora non riescono a percepire, cogliere quel guizzo di luce nel buio che conduce a creare, ad agire. Come sostiene il direttore artistico Vittorio Palumbo, ognuno di noi ha una potenza “geniale”: lo hanno dimostrato coloro che hanno partecipato ai laboratori. Alla coprogettazione, coproduzione e conduzione dei workshop hanno partecipato Ivan Iosca, assistente di Palumbo, Jonni e Nicolai Bongallino, Alessandro e Fabio Stasi.

E speranza, affetto per il proprio luogo di nascita, con le chianche divelte e il profumo dei tigli, di pietra e accarezzato dal sole, si leggono nelle lettere alla città frutto del laboratorio di scrittura creativa condotto dalla drammaturga Raffaella Giancipoli. Lettere adornate di girandole, affisse su un palazzo in restauro in via De Gasperi.

Sono dichiarazioni d’amore a una città, bella con le sue ferite che devono essere curate, bella nella sua memoria e nel suo futuro. E in questo senso va l’omaggio a “Le città invisibili” di Italo Calvino, il romanzo “combinatorio” scritto nel 1972 in cui il lettore ha un approccio ludico con il testo, scegliendo l’ordine di lettura e di cui è stato fatto un reading prima del countdown in Piazza Matteotti, alla presenza del sindaco Pasquale Chieco, dell’assessora alla cultura Monica Filograno e ad Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia.

Ludicità, genialità, occhi limpidi e nuovi con cui osservare tutto: questo è l’approccio al mondo dei bambini, a cui Luci d’Artista è dedicato, come ha sottolineato Palumbo nella conferenza di presentazione. Bambini in cartapesta, nati dai laboratori condotti dai Maestri putignanesi Deny Bianco, Alessio Verdolino ed Emanuele Ricchi e coordinati da Sabrina Vendola, su altalene di legno sospinte dal vento guardano dall’alto in Piazza dell’Orologio le installazioni delle scorse edizioni di Luci d’Artista – “La Maraviglia” e “La vertigine e l’equilibrio”, quali l’altalena di Peter Handke, la trave dell’equilibrista, il gigantesco Ronzinante di don Chisciotte. I pesci giganti in Piazzetta Fiume; le miniature luminose che riproducono la Cattedrale, la Torre dell’Orologio, la chiesetta dell’Annunziata illuminano le viuzze interne del centro antico come anche le gru della piccola Sadako Sasaki volano in via Cattedrale, mentre i fenicotteri di legno e i funamboli illuminano Piazza Dante. I ritratti di “Playing People” con il simbolo di pace di Gerald Holtom danno un volto inedito a Piazza Bovio. Le lampade di legno, simili a stelle di Van Gogh creano un interessante colpo d’occhio con il Campanile della Cattedrale.

L’omaggio al genius loci di Ruvo di Puglia, la musica, è stato dato dalle corali, gruppi e scuole di musica della città che hanno animato gli angoli antichi della città.

Genius Luci –Luci e Suoni d’Artista 2019 è un progetto patrocinato dal Comune di Ruvo di Puglia con il sostegno della Regione Puglia, in collaborazione con Vivo a Ruvo-associazione Duc; la Capagrossa Coworking; GiovanIdee Forum; Pro Loco Unpli Ruvo di Puglia; Ascom Confcommercio di Ruvo di Puglia; il Comitato Feste Patronali, Ruvo Solidale.

mercoledì 11 Dicembre 2019

(modifica il 8 Dicembre 2022, 18:34)

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