Politica

Consiglio comunale, il Pug della discordia

La Redazione
È ​bufera sull'osservazione 50 al Piano urbanistico generale​. Chieco: «Contenimento di un'espansione inutile e costosa​». Il Pd: «Scippo alla città». L'opposizione: «La maggioranza non esiste più»​
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È stata discussa nello scorso Consiglio regionale l’osservazione 50 al Piano urbanistico generale, passata con 8 voti, di cui 3 del Pd, 2 di Ruvo futura e 2 di Sinistra ruvese più quello del Sindaco.

Nell’ambito del già acceso dibattito sul Pug, la vicenda ha sollevato un polverone politico sia nel merito dei contenuti del punto in questione, sia per le modalità in cui esso è stato affrontato.

Difende la scelta lo stesso primo cittadino Pasquale Chieco, secondo cui l’osservazione «migliora significativamente il Piano urbanistico con novità di rilievo soprattutto per quanto riguarda il paesaggio agricolo, i limiti al consumo di suolo, la difesa della terra che dà frutti e lavoro e il contenimento di un’espansione inutile e costosa di una città che non ha bisogno di nuove periferie ma vuole ripartire dalla rigenerazione del suo centro storico. Questo è quello che ricorderemo negli anni a venire. Questo e non altro», ha scritto sulla sua pagina Facebook. «E questo – prosegue – è stato possibile grazie a una maggioranza consiliare che sa affrontare nel merito questioni complesse e in cui anche chi ha posizioni diverse su singoli punti (nei cinque anni di una consiliatura, specie su temi fondamentali, può capitare) sa manifestarle senza compromettere il lavoro dell’Amministrazione. Andiamo avanti e andiamo avanti insieme nell’interesse di una città che ha bisogno di innovare e di crescere».

Non la pensa allo stesso modo l’opposizione di centrodestra, per la quale «la maggioranza di sinistra non esiste più», come commenta il consigliere comunale Piero Paparella, sempre via social. Riferendosi ai numeri risicati con cui l’osservazione è stata approvata, precisa che «il gioco lo regge il consigliere comunale di Puglia Popolare che garantisce il numero legale per la votazione. Si inaugura così la stagione della chiarezza? Il sindaco Chieco prenda atto che non ha più i numeri per amministrare e per decidere sulle questioni strategiche e di visione politica di governo del territorio del nostro comune e sia quindi consequenziale».

Il riferimento è a Giovanni Mazzone, recentemente confluito nel nuovo progetto politico di Rinascimento ruvese, al quale anche la collega Mariatiziana Rutigliani non lesina frecciate. «La destra sovrana che di fatto riconosco nel termine solo in quanto prostrata a ciò che resta del sovrano, tiene i numeri su un punto che non più tardi di dieci giorni fa definiva porcata in pubblica assemblea tentando poi maldestramente, forse dopo l’aiuto pervenuto a seguito di telefonata da casa e comunicato a stampo dei soliti ventriloqui, di raddrizzare un tiro che ormai è irrimediabilmente fuori da ogni logica politica e personale!».

Il Sindaco prova a “parare il colpo” e a leggere questa spaccatura a suo vantaggio, parlando di «divisioni del centro-destra» e di «due modi di fare opposizione: c’è chi è alla perenne ricerca di mezzucci e stratagemmi per rallentare il lavoro amministrativo e chi, seriamente e responsabilmente, pur nella diversità delle posizioni non vuole danneggiare la città».

Ma i colpi all’Amministrazione Chieco arrivano anche dal “fuoco amico” del Pd, il suo partito, con il quale però la scollatura è sempre più evidente. La sezione locale ha più volte espresso dubbi sulle osservazioni e sulle modifiche al Pug, del quale rivendica il percorso partecipato degli anni precedenti, e oggi si chiede: «Quali interessi sono stati garantiti da questo scippo alla città?

La maggioranza – spiega il segretario Caterina Montaruli in una dura nota – ha cancellato tutta la zona del cosiddetto Periurbano, destinata alla valorizzazione della ruralità sociale, quella della multifunzionalità destinata ai servizi per la città e un comparto di edilizia sociale a valle del comparto F per nulla influente sulla panoramicità; forse a compensazione dell’aumento degli indici concessi ai suoli a vincolo caducato di via Scarlatti già deliberati in Consiglio? Tutto questo abbellito dalla retorica dei bei discorsi del consumo di suolo zero.

Servizi alla città: strutture sportive, zone commerciali e servizi al commercio, strutture ricettive e servizi al turismo, sale concerto, sale convegni, spazi ludici per tutte le età di iniziativa privata e intervento pubblico, respiro a una città fatta solo di case che ha la voglia di vivere e di crescere.

Hanno così liberato i suoli dalla tipizzazione per attività sociali pubbliche e innovative riportandole a zone agricole. Suoli che non erano destinati a case, ma a forme che valorizzano l’agricoltura in particolare, fasce verdi di contorno alla città e che miravano a evitare la formazione della periferia, nel solco degli indirizzi dettati dal Pptr per il “patto città- campagna” nel cosiddetto “ristretto”.

Hanno così distrutto tutto l’impianto futuro urbanistico su tutto il versante nord.

E così la città torna indietro, torna ad avere un piano che assomiglia tanto al vecchio e contestato Prg con gli antichi impedimenti per gli agricoltori ad avere strutture adeguate ai tempi e all’economia, il vecchio clima di “processo alle intenzioni” tutte le volte che sorge la necessità di costruire. Torna l’era dell’urbanizzazione stravagante, improvvisata e disorganica dovuta alla mancanza di aree razionalmente integrate a un disegno urbano e territoriale, l’era delle varianti con conferenza di servizi. Torna l’era della città per i soli benestanti per i quali il territorio rappresenta un diversivo per le passeggiate. Torna l’era della pianificazione fatta da meno di dieci persone nel mentre si fanno narrazioni sulla partecipazione. È vero Scardigno, Turturro, Picciarelli, Summo? – è l’accusa dirette -. Quando avete mostrato le vostre perplessità? Quando avete cambiato visione? A quali interessi risponde questo emendamento dei consiglieri di maggioranza? Emendamento costruito di notte nelle stanze oscure come da vecchia politica…altro che politica generativa. Nessun partito è stato informato. Il Pd escluso a priori per paura che potesse far sorgere qualche dubbio.

Ma a questo punto, quando si è decapitato lo sviluppo di Ruvo, si è schiaffeggiata la città e la sua volontà di rinascita, si è avuta l’ipocrisia di tenere in piedi una commissione urbanistica che ha lavorato per quasi tre anni per poi cancellare tutto a opera di poche persone, avere la protervia di continuare a fare una narrazione di propaganda solo per ritornare a 20 anni fa, il Partito democratico, che ha sempre lavorato per evitare una deriva che è stata chiara da subito dopo le votazioni, ora prende atto che non può più sostenere questa compagine amministrativa delegittimando il sindaco e i consiglieri dall’operare in nome del Pd. Noi siamo un’altra cosa. E nemmeno i cittadini sono stati chiamati a partecipare a questo scippo, forse solo quelli interessati.

La storia di questa città non vi dimenticherà per la spregiudicata irresponsabilità con cui vergognosamente state cancellando anni di studio e di ricerca con dispendio di tempo e denaro pubblico e decapitando ogni possibile opportunità di crescita e sviluppo per questo paese. Ora abbiate il coraggio di non chiamare Pug ciò che ne resta».

martedì 26 Febbraio 2019

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