Attualità

La carica dei 100 e lode, Simone Bonadies

Elena Albanese
​Il giovane ruvese ci ha parlato della sua «notte prima degli esami» e del suo «momento di Epifania, come direbbe il caro James Joyce​»
scrivi un commento 1060

Proseguono le interviste di RuvoLive.it dedicate ai ragazzi e alle ragazze che hanno superato gli esami di maturità col massimo dei voti, lode compresa, negli istituti superiori cittadini.

Dopo i coratini Domenico Maggiulli e Davide Perrone, oggi è la volta del ruvese Simone Bonadies, che ha frequentato la sezione F dell’indirizzo linguistico nel liceo “Tedone”.

Gli esami

Che traccia hai svolto nella prima prova?

Ho svolto il saggio breve riguardante la natura “tra minaccia e idillio”.

Qual è stato il momento più difficile?

Per quanto riguarda il momento più duro, certamente non può che essere stata la fatidica “notte prima degli esami”: dopo il canonico ritrovarsi davanti ai cancelli del liceo con i miei compagni e molti altri maturandi, è arrivata la parte che più mi ha messo alla prova, molto più di qualsiasi prova scritta o orale mai affrontata. Tornato a casa, dopo una cena leggera, smorzata dalla tensione, ho avuto il mio momento di Epifania, come direbbe il caro James Joyce.

A questo punto faccio un passo indietro di fondamentale importanza per capire di cosa si tratti.

Durante il quinto anno ho scoperto la passione per la scienza, prima aspirando a diventare medico, dopo (come ora) ad avere un futuro da ricercatore. Insomma, da vero e proprio scienziato. Basti già questo per capire quanto sia atipica una scelta del genere dopo cinque anni di corso umanistico, e soprattutto dopo cinque anni in cui le materie scientifiche sono state trascurate, per usare un eufemismo, a giusta ragione d’altronde.

Ebbene, mi sono dedicato per un anno intero allo studio individuale della chimica e della biologia, per poi sperare di passare il test di medicina, veterinaria o area scientifica 2017. È stata durissima conciliare questo studio con quello scolastico e cercare di far comprendere ai miei docenti quanto fosse importante per me passare quei test per assicurarmi il futuro che desideravo.

Beh, quella notte, consapevole di tutto il sudore versato per questa causa, sfinito, mi ero finalmente coricato, nella speranza di riuscire ad addormentarmi, quando iniziò a circolare una di quelle tracce dell’ultimo minuto sul web. Pirandello. Non avendo molto sonno, col senno del “non si sa mai”, iniziai a sfogliare le pagine del mio libro di letteratura, per rivedere sommariamente il pensiero dell’autore. Lì ebbe luogo la mia Epifania. Mi chiesi, così, semplicemente: “E se la mia strada fosse la letteratura?”.

Esatto. Dopo un anno intero passato a studiare per i tanto temuti test di medicina, la notte prima degli esami, improvvisamente, questo pensiero – forse represso inconsciamente – si manifestava, mettendomi letteralmente in crisi fino alla fine degli esami, vissuti intensamente, certo, ma con la paura di non riuscire a decidere il mio futuro.

A posteriori, penso che non sia stato un caso che questo sia successo proprio la notte prima di iniziare ufficialmente la mia “scalata alla maturità”. È stata quindi questa la parte più dura: ascoltare e capire me stesso, trovare il mio posto nel mondo. La prova più dura di sempre. Beh…immagino sia questa la maturità.

L’orale com’è andato?

È stato forse il momento più gratificante di tutto l’esame. I voti degli scritti erano già stati pubblicati, ed era matematico che fossi rimasto l’unico della mia classe in corsa per la lode.

C’era grande aspettativa, e quindi pressione.

Devo dire, però, che essendo tendenzialmente molto sicuro di me, l’ho avvertita relativamente.

E già dopo pochi minuti, grazie a un’appassionatissima e sentitissima presentazione del mio tema d’esame, accompagnata da una resa quasi fiabesca dei Malavoglia del Verga, notavo le espressioni dei commissari tra l’ammirazione e lo stupore. Devo ammettere che avevo preparato a lungo questa presentazione, in modo da toccare nell’animo chiunque ascoltasse. Io per primo, devo ammettere, ho rischiato di commuovermi parlando delle ultime righe del romanzo, che si chiude con ‘Ntoni che, simbolicamente, guarda il mare di Sicilia, un po’ come noi facciamo ora con il nostro futuro, e sembrava ci fossi riuscito anche con i miei amici di sempre, che si erano fermati ad ascoltare.

Tra passato e futuro

Cosa ti mancherà di più del liceo?

Devo ammettere che la scuola, come istituzione, mi è sempre stata molto stretta. Non ne condivido tantissimi aspetti, soprattutto didattici, e sono contento di essere uscito da questo sistema che reputo marcio fino al midollo, salvando solo quei pochi docenti che mettono passione in ciò che fanno, trasmettendola a loro volta.

Tuttavia, la scuola come mondo – in questo caso il liceo – mi mancherà, essendo stato il mio mondo per cinque anni, bacino di tutte le esperienze interpersonali dell’adolescenza che, sono sicuro, ricorderò sempre con dolce nostalgia.

Il liceo, fisicamente e simbolicamente, era un punto di riferimento, la nostra àncora, grazie alla quale abbiamo piacevolmente galleggiato tra il mondo dell’adolescenza e quello dell’età adulta, godendoci solo l’ebbrezza dell’onda, senza farci però carico del pericolo perché, appunto, saldamente ancorati a questo punto di riferimento.

Ora, però, è il momento di levare l’ancora e salpare verso il futuro, rincorrendo la nostra onda.

A quale facoltà ti sei iscritto? Cosa vorresti fare “da grande” e qual è il tuo sogno nel cassetto?

Finiti gli esami, e deciso il mio futuro (finalmente), mi sono rimesso a studiare per i test. Il mio sogno è riuscire a entrare nella facoltà di Biotecnologie mediche a Bari, per poi diventare ricercatore.

Il presente

Ti aspettavi questo risultato?

Mi aspettavo questo risultato? Sí.

Me lo meritavo? Direi di no.

No, perché per una giusta causa (i test) non ho studiato tantissimo nell’ultimo anno, nonostante gli ottimi risultati.

La lode non é solo sinonimo di straordinarie potenzialità, ma anche di impegno costante. E, a mio parere, questa seconda prerogativa mi é mancata quest’anno.

Come hai festeggiato quando l’hai saputo?

Ho “festeggiato” con la solita birra con gli amici di sempre, consapevole però che si inizia solo ora a fare sul serio.

Dove sei stato in vacanza?

A parte un paio di giorni a Parigi con i miei amici di classe più stretti, si può dire che non sia mai andato in vacanza quest’estate, appunto per studiare.

Mi riscatterò nel mese tra metà settembre e metà ottobre!

martedì 29 Agosto 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti